Le differenze fisiche degli asiatici derivano da una mutazione genetica

Una nuova importante scoperta* ha confermato che esistono profonde differenze genetiche tra le razze umane. Alcuni ricercatori hanno individuato la causa dei diversi tratti distintivi che rendono gli asiatici-orientali diversi dalle altre razze. Si tratta della mutazione di un gene verificatasi circa 35.000 anni fa, che avrebbe fornito loro capelli più spessi, maggiori ghiandole sudoripare, una particolare conformazione dei denti e seni piccoli nelle donne.

La scoperta identifica un momento cruciale nell’evoluzione degli asiatici-orientali. Ma il metodo può essere applicato anche ad altre 400 sequenze del genoma umano. I ricercatori ritengono che i cambiamenti del DNA in tali sequenze segnino i punti di svolta nella recente evoluzione umana e spieghino perché le razze divergono l’una dall’altra.

La prima di tali sequenze che si sta studiando contiene il gene noto come EDAR. Africani ed europei possiedono la versione standard del gene, ma nella maggior parte degli asiatici orientali una delle unità del DNA è mutata.

Per cercare di capire se il gene è stato la causa dei capelli più spessi in Asia Orientale, un team di ricercatori guidati da Yana Kamberov G. e C. Pardis Sabeti, presso il Broad Institute di Cambridge, ha deciso di testare il gene nei topi, per studiarne gli effetti più facilmente.

Dopo aver dotato i topi con il gene EDAR, il team ha riscontrato la stessa modifica del DNA della versione asiatica dell’EDAR. In particolare i topi, una volta cresciuti, avevano effettivamente i fusti dei peli più spessi, a conferma che il gene mutato è stata la causa dei capelli più spessi negli asiatici. Ma il gene ha avuto altri diversi effetti.

Uno di questi era che i topi, con sorpresa dei ricercatori, avevano maggiori ghiandole sudoripare. Un membro del team cinese, Wang Sijia, ha poi esaminato delle persone in Cina scoprendo che anche loro avevano ghiandole sudoripare più numerose, evidentemente per effetto del gene.

Un’altra sorpresa è stata che i topi ingegnerizzati presentavano minor tessuto del seno, il che significa che l’EDAR potrebbe essere la ragione per cui le donne orientali hanno in genere i seni più piccoli.

Talvolta si presume che gli asiatici-orientali, a causa delle loro narici strette che conservano il calore e per il grasso supplementare sulle palpebre che protegge gli occhi, si siano evoluti in un ambiente freddo. Ma la squadra di ricercatori stima che la variante dell’EDAR sia nata circa 35.000 anni fa in Cina centrale e che la regione fosse allora piuttosto calda e umida. Le maggiori ghiandole sudoripare sarebbero state utili ai cacciatori-raccoglitori che vivevano in quel momento.

I ricercatori stanno studiando l’EDAR come parte di uno studio più ampio per identificare tutte le varianti genetiche responsabili della recente evoluzione umana.

Un team guidato dal Dr. Sabeti e Sharon R. Grossman, del Broad Institute, ha perfezionato i metodi di scansione usuali, identificando 412 sequenze del genoma che potrebbero aver avuto un ruolo chiave nella selezione naturale. Ogni frammento è abbastanza piccolo e contiene al massimo un singolo gene.

Ogni razza ha un diverso insieme di queste regioni, a riprova del fatto che la specie umana, pur essendosi dispersa dall’Africa – questione su cui il dibattito scientifico è più che mai aperto -, ha affrontato diverse sfide nel corso della sua evoluzione, che ne hanno differenziato notevolmente le caratteristiche genetiche, rendendo le razze diverse le une dalle altre.
E questo, senza mettere in conto le “ibridazioni” con ominidi di specie diversa ed arcaica avvenute in Africa dopo la dispersione e differenziazione razziale dell’Homo Sapiens.

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*http://www.nytimes.com/2013/02/15/science/studying-recent-human-evolution-at-the-genetic-level.html?ref=science

 

6 Comments

  1. Werner febbraio 17, 2013 2:48 pm  Rispondi

    L’ipotesi secondo cui la razza umana avrebbe avuto origine in Africa, è data troppo per scontata dai vari studiosi. A mio modesto parere è un modo per convincerci tutti che discendiamo dai negri, e di conseguenza, ad accettarli perchè essi li pongono come nostri “progenitori”.

    Sul fatto che gli asiatici siano geneticamente diversi da noi, è evidente, ma non solo per il taglio degli occhi a mandorla, ma anche per tante altre caratteristiche fisiche. In comune con noi hanno forse l’intellettuo, che mediamente è molto elevato.

    Infatti molti sono gli asiatici – a cominciare dai giapponesi – che si sono distinti nel campo dell’innovazione tecnologica, cosa della quale però abbiamo sempre primeggiato noi europei. Inoltre essi sono molto capaci nello studio e l’apprendimento delle materie tecnico-scientifiche: l’impetuoso sviluppo economico della Cina, destinata a diventare la prima potenza economica del pianeta, è certamente dovuta a questi fattori, oltre che al fatto che i nostri governanti occidentali si sono fatti corrompere.

    Quello che non riesco a capire è il perchè nessuno riesce (o non vuole) evidenziare invece, LA DIFFERENZA GENETICA TRA I BIANCHI E I NEGRI.

    Pur non essendo un genetista, ci metto entrambe le mani sul fuoco su questa cosa: basta considerare diverse caratteristiche dei negri per capire quanto differenziano da noi, e non solo per il colore della pelle. Innanzitutto si prendano in considerazione alcune di queste, come la scarsa crescita dei capelli (per gran parte ce li hanno tutti crespi), le dimensioni molto esigue della scatola cranica (per certi versi più simile a quella delle scimmie) che è la causa del loro scarso intellettuo (mai esistito un fisico, uno scienziato o un inventore negro), le narici molto larghe, la “puzza” da loro emessa a causa dell’eccesso di melanina, etc.

    Per non parlare poi delle caratteristiche comportamentali, sulle quali credo sia superfluo scrivere un commento, visto che le conosciamo.

    Vorrei un attimo soffermarmi su Pardis Sabeti e Sharon Grossmann: la prima è iraniana, e la seconda dal cognome si presume fosse ebrea, e quindi entrambe appartengono al gruppo semita.

    Siamo sicuri dell’attendibilità dei loro studi?

  2. Antonino gennaio 27, 2014 10:50 pm  Rispondi

    L’evoluzione umana è una materia che da sempre mi affascina; sull’argomento mi son chiesto che fine abbiano fatto i neanderthal; leggendo sui libri li si da con estrema faciloneria per estinti; io penso invece che non lo siano affatto ,ma che invece continuino a vivere nell’uomo moderno, vincendo ogni regola genetica che vieterebbe qualsiasi possibilità di ibridazione del loro DNA con quello del sapiens sapiens per dare origine al cro magnon. Partendo da questa base e sapendo che il neanderthal non è un caso singolo nella storia, mi sembra logico pensare la possibilità che la razza umana sud orientale asiatica possa avere avuto una simile ibridazione. PER IL RESTO, PIACCIA O NO, DOBBIAMO CONVENIRE SUL FATTO CHE SIAMO TUTTI UN PO’ AFRICANI. CIAO

  3. arden gennaio 28, 2014 8:44 am  Rispondi

    Senza entrare nel merito di una discussione accademica sulle origini africane dell’umanità, è fuori discussione la diversità delle razze che si sono differenziate nel corso dell’evoluzione in modo evidete a tutti. Poi, se si volesse insistere sull’argomento, siccme sembra che discendiamo da scimmie (e queste, da mustelidi, come il toporagno), sene dovrebbe concludere ‘gruppi umani’ che alcuni siano rimasti più vicini di altri alle ‘radici animali’ dell’umanità… Quello che io non voglio fare. Mi basta solo che non si ripeta la sciocchezza che le razze umane non esistono e non sono mai esistite, in modo dagiustificare quella che, non a caso, viene definita ibridazione. E ricordo cosale élite sostengono in maniera più o meno larvata e in almeno un’occasione l’ex pres. francese, Sarkozy, ha detto chiaro e tondo: che se il popolo francese non vuole ibridarsi o meticciarsi, allora, il governo dovrà usare le manier forti. Qualunqur cosas intendesse, aveva tutta l’aria di essere una minaccia: che spazza via in un colpo solo equivoci, inganni e buonismi.

  4. Alfredo giugno 8, 2015 10:43 pm  Rispondi

    Davvero, complimenti per l’articolo.

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