Non per i vantaggi.
Perché al di là di quel che van dicendo preti e politici, fare la cosa giusta non vi garantirà alcun premio. Non ve lo garantirà in vita, e probabilmente, non ve lo garantirà dopo la morte.
Il lieto fine esiste, ma è del tutto scorrelato e indipendente dalla moralità del comportamento di ognuno di noi. Essere onesti non vi garantirà che gli altri siano onesti con voi. Queste sono cose che accadono nei film e in alcun ottimi romanzi: nella vita reale non è detto che il giusto trionfi, e il suo eventuale trionfo non dipenderà dalla giustizia delle sue azioni. Ma dalla capacità di portarle avanti, e anche dalla fortuna, che è una dea che non discrimina in base all’integrità.
Tutti vi dicono: “comportati bene e sarai premiato, comportati male e sarai punito”. Falso. E’ pieno di squallidi personaggi che conducono vite lussuose e comode. Padri snaturati vengono convocati in nazionale ed esaltati dai media, criminali arrivano in Parlamento, sfruttatori di donne e bambini si arricchiscono e totali nullità vengono elette in serie alla presidenza della Camera.
Non ci sono premi per aver fatto la “cosa giusta”. Nessuno e niente può garantirvi che l’essere “giusti” conduca alla felicità materiale. Uomini giusti finiscono in carcere per aver difeso i propri ideali, altri vengono traditi dai loro governi per aver fatto il proprio dovere. Figli muoiono tra le braccia dei padri, ed erano uomini giusti.
Se scegliamo tra la folla due uomini, uno giusto e l’altro no, quale garanzia c’è, che il giusto alla fine abbia una vita più bella dell’altro? Nessuna.
E allora, vi domanderete perché “fare la cosa giusta”? Perché seguire il cammino più difficile, quello più faticoso, quello in salita se poi non c’è neanche il premio finale?
Solo “perché è la cosa giusta”. Semplicemente per questo.
Solo “io” so quello che è giusto per me, se poi sbaglio sono cavoli miei.
E’ quello il problema, il discorso della cosa giusta può essere ribaltato a seconda dei comodi, il tanto famigerato relativismo culturale. Io non sono del tutto contrario a questo, se preso come metodo di ricerca scientifica. Poiché il Vero e il Bello debbono essere ricercati a prescindere dalle apparenze, dalle idee, e anche e forse soprattutto dal senso comune.
Ma quando parliamo di vita associata tra uomini, esiste sempre un giusto e uno sbagliato. Me ne frego che la schiavitù in certe società sia ancora esistente, me ne frego che la donna in certe società venga considerata un oggetto da infrangere, me ne frego che gli animali vengano considerati “macchine” da sfruttare fino allo sfinimento e uccise in modo barbaro per rispettare assurdi precetti, me ne frego anche di certe usanze culturali che prevedono la prevaricazione come regola di vita. La nostra società occidentale, quella costruita sulle fondamenta della civiltà greca e romana, insufflata di rude senso di libertà celto-germanica, è la migliore possibile, checché ne dicano i terzomondisti. E dobbiamo difenderla, non dico propagarla, il fardello dell’uomo bianco è un falso mito che ci oggi si è solo mutuato, se prima era quello di portare in armi la civiltà, oggi è diventato quello di “accogliere” le plebi nere e povere del mondo. Ognuno a casa sua, dove svolgere le sue tradizioni, questo è vero rispetto delle diversità culturali. L’unica cosa su cui accetterei l’intromissione, anche militare dell’Occidente, è per difendere la natura dai bingo bongo che altrimenti devasterebbero, e stanno effettivamente devastando con la loro esplosione demografica il continente più ricco di flora e fauna: l’Africa, che è patrimonio di tutta l’umanità. Noi Europei abbiamo fatto i nostri errori nella gestione della natura, ed abbiamo imparato a rispettarla un po’ di più, ciò è innegabile. Se vogliamo avere un rapporto proficuo con africani e asiatici e sudamericani è solo su questo punto che dobbiamo impegnarci, perché l’equilibrio della natura deve essere tale in tutto il pianeta.