“Francia Arancia Meccanica”: un libro svela “tutti i crimini degli immigrati”

La France Orange Mécanique  ( La Francia  Arancia Meccanica ) è un best-seller in Francia,  è nella top-ten su Amazon.fr nonostante l’assenza di pubblicità e un autore praticamente sconosciuto. Anche in un clima di riduzione delle vendite di libri, l’editore ha dovuto di recente stampare altre 18.000 copie del libro. Alcuni notano che se questo libro che descrive il vero volto della criminalità in Francia, fosse stato pubblicato prima delle elezioni presidenziali dello scorso anno,  l’esito delle stesse poteva  essere diverso.

 

Il libro, il cui titolo richiama il famoso romanzo di Anthony Burgess di “ultra-violenza” poi adattato da Kubrik al cinema, inizia con un evento  fin troppo comune: una donna bianca selvaggiamente picchiata e violentata quasi a morte da uno straniero. Questo stupro raccapricciante viene presentato dal punto di vista della vittima, che permette al lettore di cogliere l’orrore della situazione, un orrore che le statistiche non rendono completamente: il 7 per cento delle donne francesi sono violentate ad un certo punto della loro vita, e ci sono 13.000 furti, 2.000 aggressioni e 200 stupri ogni giorno in Francia. Dietro queste statistiche, ci sono drammi personali e vite distrutte. Per ogni crimine, c’è una vita che non sarà mai più uguale a prima. Questo è ciò che Laurent Obertone vuole ricordare: la criminalità non è solo una questione di numeri, ma è un trauma devastante.

E dietro le statistiche sulla criminalità, ci sono vite rovinate dalle quotidiane molestie commesse dagli immigrati, ma le vittime non ricevono sostegno dalla società e si rassegnano al loro destino. Soffrono di depressione, paura, alcune tentano  persino il suicidio, ma non appaiono mai nei rapporti ufficiali: sono dimenticate e ignorate.

Nel rilevare  la centralità degli immigrati nella criminalità , il signor Obertone rompe un tabù importante. Egli è franco sulla sovrarappresentazione di Zingari e Nordafricani nelle carceri francesi. In Francia, paese politicamente corretto, non ci sono statistiche ufficiali sull’etnia e la criminalità – come si vorrebbe imporre anche in Italia – ma ci sono dati relativi al numero di stranieri nel sistema carcerario (22 per cento). Queste statistiche sono però distorte dall’enorme numero di “nuovi francesi” perché un arabo nato in Francia è considerato un francese. Ironia della sorte, il signor Obertone deve citare uno studio riportato nel Washington Post per arrivare a concludere che tra il 60 e il 70 per cento della popolazione carceraria è musulmana. Il che significa, che includendo i non mussulmani l’incidenza dei non francesi etnici tra i detenuti è ancora più alta.

Obertone è riuscito anche a trovare le statistiche locali sulla criminalità su base etnica per alcune città, che confermano la sovrarappresentazione dei non-bianchi. Egli dimostra che questo non è un fenomeno tipicamente francese, in tutti i paesi europei i neri e gli arabi sono sempre sovrarappresentati nella popolazione criminale. E dimostra quello che tutti sanno, ma pochi osano dire: l’esplosione della criminalità è direttamente legata all’immigrazione.

 

La Francia è infatti diventata uno delle più pericolose tra tutte le le società occidentali: 1.200 omicidi ogni anno e 1.000 tentati omicidi. Il crimine costa ai cittadini francesi 115 miliardi di euro ogni anno, il doppio del reddito generato dalle imposte sul reddito. I criminali comuni ora affrontano la polizia con fucili automatici e armi d’assalto, un tempo utilizzati solo da parte della criminalità organizzata. E questo ha anche una ricaduta nel cinema francese, dove l’esaltazione del criminale straniero è piuttosto evidente.

Gli stessi agenti di polizia sono vittime di molestie e aperta provocazione da parte dei criminali, ma non ricevono alcun sostegno dai media o dalle autorità. Quando fanno rispettare la legge sono regolarmente accusati di “razzismo.” Obertone riferisce che il sindacato di polizia ha detto che ormai gli ufficiali hanno paura di usare la forza, temendo accuse di razzismo. 

I criminali quindi non hanno più paura della polizia, e la loro autorità è ulteriormente diminuita dal  limitato o nullo utilizzo della pena carceraria.  In Francia – come in Italia – le pene per i crimini sono ridicole e gli immigrati lo sanno.

Questo spiega senza dubbio perché i disordini razziali in Francia sono più frequenti e violenti che in qualsiasi altro paese europeo. Le autorità – invece di reprimere – hanno ceduto al ricatto e hanno investito miliardi di euro in circa 700 “quartieri a rischio”, dimostrando che più si distrugge, più si viene premiati. La polizia entra raramente in questi quartieri per paura la sola presenza possa essere una “provocazione”. Come se fossero “truppe d’occupazione”: ricorda la situazione dell’esercito israeliano nei territori occupati palestinesi.

Secondo Obertone i media e i politici, tuttavia, incolpano la polizia per l’alta percentuale di immigrati in carcere: per loro è discriminazione.

 

Il sistema giudiziario francese è simile a quello italiano: l’accento è posto sulla prevenzione e la riabilitazione. Per i sociologi francesi e cosiddetti esperti, è ancora di moda incolpare esclusivamente la società per il crimine. L’attenzione si concentra quindi sulla compassione per il colpevole, senza alcun riguardo per la vittima. In sostanza, solo i recidivi sono condannati al carcere, e le pene detentive sono spesso sospese.

In Francia, 2.250 donne sono state violentate da recidivi. Secondo Obertone in realtà, il numero è molto più alto, in quanto alcuni stupratori non vengono mai catturati e alcuni stupri sono classificati come “assalti sessuali” e pertanto non sono considerati come uno stupro. Un po’ come tentano di fare i media di disinformazione di massa in Italia.

Anche con un basso tassi di carcerazione, le prigioni sono ormai al 117 per cento della loro capacità. I politici socialisti bloccano la costruzione di nuove carceri, che vedrebbero come un’ammissione che la società sta fallendo. 

L’opposto di ciò che avviene negli Usa, dove ad una società multietnica si è risposto dopo l’esperienza negativa degli anni ’60 e ’70 con il massiccio uso della carcerazione, arrivando almeno a controllare alcuni degli effetti più drammatici dell’immigrazione. Anche se solo in parte.

I media nascondono la realtà della criminalità in Francia, usando eufemismi per parlare dei pochi eventi di cui hanno il coraggio di parlare. I criminali sono “giovani” e la barbarie è sterilizzata con termini come “aggressione aggravata” e “violenza sessuale”.

Il governo questo “cover up”, deviando l’attenzione dalla vera emergenza – la criminalità d’importazione – lanciando campagne per la sicurezza stradale e inventandosi un inesistente allarme di violenza domestica contro le donne, anche se questi fenomeni sono statisticamente insignificanti.  Ricorda l’artificiosa “emergenza” denominata “femminicidio”, creata ad arte dai media di disinformazione di massa in Italia, con l’ausilio delle autorità.

Queste campagne non affrontano i problemi reali, e suggeriscono una mancanza di volontà politica di risolverli. Sul fronte politico, tutti tacciono. La destra ha paura della sinistra, e la sinistra ha paura della verità.

Francese "giovani" - musulmani e africani - sono insorti durante periferia di Parigi e in altre città, portando le autorità a dichiarare lo stato di emergenza.

Le banlieus francesi sono ormai enclaves etniche
Nel 2005 “giovani” musulmani e africani misero a ferro e fuoco le periferie di Parigi e altre città, portando le autorità a dichiarare lo stato di emergenza.

Eppure, ci sono crimini che i media e i politici sono felici di discutere: quelli contro alcune minoranze. Combattere l’antisemitismo, l’islamofobia e omofobia sono priorità importanti, e il governo spende una grande quantità di denaro cercando di sradicare questi mali inesistenti. Il signor Obertone osserva infatti  che solo lo 0,03% per cento dei musulmani, lo 0,06% per cento degli ebrei, e lo 0,007% degli omosessuali  sono vittime di qualche reato ogni anno. Perché allora individuare queste non-emergenze come tali, quando un numero molto più grande dello 0,7% dei francesi etnici sono vittime di crimini ogni anno? 

Nonostante quello che i media e i politici dicono, è più sicuro essere un Ebreo, un musulmano, o un omosessuale che essere un normale francese. E in Italia è lo stesso. Inutile dire, atti minori commessi contro le minoranze divengono in pasto ai media storie enormi, mentre i crimini commessi contro i bianchi sono minimizzati o ignorati. Basta vedere quale grancassa suonano in Italia i pennivendoli, le poche volte che qualcuno chiama “frocio” un frocio, e la parallela cortina di silenzio che invece cala, quando una ragazza viene stuprata da un immigrato.

Obertone scrive che la maggior parte dei francesi sembrano addormentati davanti ai loro televisori e chiusi in se stessi da ciò che sta accadendo nel loro paese. Anche quando si rendono conto che qualcosa non va, hanno paura di parlare, paura di essere chiamati razzisti, rischiando i loro mezzi di sussistenza. Come è ovunque in Occidente, chiunque venga accusato di razzismo è colpevole fino a prova contraria.

 

In Francia – come in Italia – vi è una miriade di gruppi di antirazzisti nullafacenti foraggiati dalle autorità e da multinazionali, che svolgono un ruolo di “polizia del pensiero”, assicurandosi che nessuno metta in discussione il sistema. Questi gruppi, generosamente sovvenzionati dal governo, riguardano un solo tipo di razzismo e sono completamente ciechi verso il razzismo anti-bianco, anche se oggi, un nativo francese su dieci si considera una vittima del razzismo.

"Morte ai bianchi."

“Morte ai bianchi.”

Nonostante la gravità del tema di questo libro, il tono a volte è divertente. L’autore non è eccessivamente accademico o sensazionalista, e il libro è di facile lettura nonostante l’uso attento delle statistiche. Il signor Obertone non fa promesse utopistiche su come interrompere la criminalità, lui si limita a presentare un ritratto realistico di una situazione volutamente ignorata dai media e dai politici. Ma la mera apparenza di un libro di questo tipo in un paese come la Francia e l’accoglienza che ha ricevuto, è motivo di celebrazione. Qualcosa si muove. E visto che è di vitale importanza abbattere il muro d’omertà con il quale i “fascisti del pensiero” hanno circondato il loro dogma di fede, questa è la strada da battere.

6 Comments

  1. Werner marzo 20, 2013 12:03 pm  Rispondi

    Signore e signori, donne e uomini d’Italia, ecco a voi che tipo di danni hanno comportato lo ius soli e le naturalizzazioni facili in Francia.

    I risultati sono questi, di fatti tutta quella feccia maghrebina e negra nata in Francia non si può espellere dal territorio perché a causa dello ius soli che li ha fatti nascere “francesi” di nazionalità, sono cittadini francesi come quelli etnici: in Italia vorrebbero importare una porcheria simile.

    Dal 1998 non è più così, lo ius soli integrale è stato ridimensionato, e il figlio di stranieri nato in Francia, acquisisce la nazionalità francese dopo il compimento del 18° anno di età: qui in Italia la legge lo consente solo su base volontaria, mentre lì è automatico, quindi è un mezzo ius sanguinis ridicolo che regala comunque la cittadinanza.

    Mi fa piacere che finalmente in quel paese ci sia un intellettuale che parla apertamente del fallimento del sistema immigrazionista francese, tale Obertone, che dal cognome che porta, sembrerebbe di origini italiane, cioè discendente di quelle antiche immigrazioni europee che a differenza di quelle afro-arabe, sono state assimilate e rese francesi in tutto e per tutto.

    Con la Boldrini presidente della Camera, ed un possibile governo PD-M5S, il rischio che lo ius soli vigente in Francia venga introdotto in Italia è elevatissimo, e la gente spero si informi su quello che succede in Francia così magari potrà mobilitarsi: la legge attuale sulla cittadinanza è buona ed equilibrata, e trasformarla in uno ius soli significherebbe la catastrofe.

    • toni marzo 20, 2013 4:30 pm  Rispondi

      speriamo Werner che in Italia non avvenga tutto cio’ senno’ siamo rovinati con questi mao mao io ho preso atto da tempo che e’ cosi’ bisogna vedere quanta gente lo fa’!

      • Werner marzo 20, 2013 8:59 pm  Rispondi

        Eh sì Toni, è vero: basta vedere meno televisione possibile e la gente può meglio percepire i disastri dell’immigrazione.

  2. Marte Ultore marzo 21, 2013 12:07 am  Rispondi

    sarebbe possibile un referendum abrogativo sullo ius soli? non trattando di materia fiscale, militare o diplomatica teoricamente credo di sì.

  3. Adriano Giuliano aprile 18, 2013 8:11 am  Rispondi

    Grecia, Spagna, Portogallo, Francia e Italia sono i paesi più stupidi d’Europa, e guarda caso i più incasinati.
    L’unica soluzione affinché ci si salvi da questa ridicola situazione?
    Fare un referendum per eliminare la nostra sovranità e andare sotto la Germana.
    Vi ricordo che la Merkel disse pubblicamente al premier turco Ergodan che è lei il p.m. tedesco non lui.
    L’italia è un paese senza dignità, solo i tedeschi ci insegneranno a conoscerla.

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