La vera storia della schiavitù americana: il primo schiavista? Un Negro

Pochi sanno – probabilmente nessuno di voi vista la propaganda storica – che il primo uomo a possedere degli schiavi in quelli che ancora non erano gli Stati Uniti d’America, non fu un Europeo, ma un Negro[nbnote ]Un chiarimento sull’utilizzo del termine “Negro”. Non è da noi usato in termini spregiativi che non ci appartengono. E’ invece la denominazione più corretta di un gruppo razziale: usare infatti il termine “africani” sarebbe troppo ampio, perché includerebbe anche popolazioni appartenenti a gruppi razziali differenti come “Berberi, Maghrebini, Arabi e altri”. E anche il termine “di colore” comprende popolazioni le più svariate. Quindi noi, le popolazioni sub-sahariane di razza negroide le definiamo nel modo etimologicamente corretto: “Negri”.[/nbnote] d’Africa.
Il suo nome era Anthony Johnson. Fu lui che nel 1654, quando ancora era una colonia inglese, fece istituire la schiavitù in Virginia. Fino ad allora la schiavitù non esisteva nelle colonie nordamericane, esisteva invece quello che veniva definito indentured servant, ovvero una sorta di “contratto” con il quale il “servo” proveniente dall’Africa si impegnava, in cambio del privilegio di poter emigrare nelle colonie britanniche, ad essere servo del suo padrone per un certo numero di anni, dopo i quali sarebbe stato libero e avrebbe ricevuto una liquidazione e della terra.

Era certamente una servitù pesante, ma non molto dissimile da quella odierna in certe situazioni lavorative e, sicuramente, molto più lieve di quello che avveniva nella Russia zarista dell’epoca con i servi della gleba. Non era la schiavitù che leggiamo nei libri e che vediamo in Tv. La cui nascita fu invece la conseguenza di un ricorso in tribunale presentato appunto da Anthony Johnson, nativo dell’Angola e anch’egli un ex servo divenuto libero alla scadenza del contratto, contro il suo indentured servant, John Casor. Con il ricorso, Johnson chiese ed ottenne l’estensione illimitata del contratto di servitù tra lui e Casor, creando così il primo schiavo della storia nordamericana. Quindi il primo possessore di schiavi del nordamerica, e colui che de facto diede inizio alla tratta dei negri, fu anch’esso un negro. Sorpresa.

Ma non fu l’unico. Moltissimi, dal 1654 fino alla fine della Guerra Civile, furono i proprietari di schiavi africani che erano Africani loro stessi. Questo non dovrebbe essere uno choc per chi conosce la Storia, visto che comunque, da sempre è notorio che furono le élites africane a gestire in loco la vendita dei loro “fratelli” ai mercanti di schiavi europei.

In un saggio, R. Halliburton dimostra che “Negri hanno posseduto altri schiavi negri in ciascuno dei tredici stati originali e poi in ogni stato ove vigeva la schiavitù”, almeno da quando Anthony Johnson e sua moglie Mary aprirono la strada allo schiavismo in un tribunale della Virginia nel 1654.

E per un certo periodo storico molto breve, in Virginia, alcuni di questi Negri potevano addirittura avere al proprio servizio degli indentured servant bianchi. Negri hanno posseduto altri negri come schiavi a Boston dal 1724 ed in Connecticut dal 1783. Nel 1790, dice Halliburton, “48 persone di colore in Maryland erano proprietarie di 143 schiavi, regolarmente acquistati e vendute per il commercio col Sud”.

Pochi sanno che il diritto dei negri a possedere altri negri come schiavi, venne difeso dai primi con la dichiarazione fatta alla vigilia della guerra civile da un gruppo di persone libere di colore di New Orleans, che offrirono i loro servigi alla Confederazione. In parte perché essi temevano di essere loro stessi ridotti in schiavitù, ma soprattutto per interesse.

Due di loro erano Noah Andre Trudeau e James G. Hollandsworth Jr. che, una volta scoppiata la guerra, formarono milizie di neri in “Guardie nativi, Louisiana,” giurando di combattere per difendere la Confederazione e la schiavitù. Anche se il Sud non permise mai loro di scendere al fianco delle truppe bianche.
Quando poi New Orleans cadde alla fine di aprile del 1862, quegli stessi ex-schiavisti neri, giurarono fedeltà all’Unione, costituituendo la Guardia Nativa / Corpo d’Afrique.

Nel 1830, l’anno più attentamente studiato da Carter G. Woodson, circa il 13,7 per cento (319.599) della popolazione nera era libera. Di questa, 3.776 negri liberi possedevano 12.907 schiavi negri, su un totale di 2.009.043 schiavi presenti in tutti gli Stati Uniti.

ALCUNI NOMI E RELATIVE STORIE:

John Carruthers Stanly – nato schiavo in Craven County, Carolina del Nord, figlio di madre Igbo e del suo padrone, John Wright Stanly, divenne un barbiere e speculatore nel settore immobiliare a New Bern. Come Loren Schweninger sottolinea in Proprietari neri del Sud, 1790-1915 , dal 1820, Stanly possedeva tre piantagioni e 163 schiavi, e addirittura assunse tre sorveglianti bianchi per tenere a bada i propri schiavi e gestire la sua proprietà! Ebbe sei figli con una donna schiava di nome Kitty, e alla fine li liberò.

Antoine Dubuclet e sua moglie Claire Pollard possedevano più di 70 schiavi in ??Iberville. Secondo Thomas Clarkin, nel bel mezzo della guerra civile, possedevano 100 schiavi, del valore di $ 94.700. Durante la l’occupazione nordista, divenne tesoriere dello Stato imposto dai vincitori.

Andrew Durnford era un piantatore di zucchero che possedeva la piantagione di Santa Rosalia, 33 km a sud di New Orleans. Nel 1820, David O. Whitten ci dice , comprò per 7.000 dollari sette schiavi maschi, cinque femmine e due bambini. Nel 1830 ne acquistò altri 24. Alla fine, ebbe acquistato 77 schiavi. Quando un proprietario di schiavi Creolo liberò i suoi schiavi e li spedì in Liberia, Durnford commentò che lui non poteva farlo, perché “l’interesse personale è troppo fortemente radicato nell’atmosfera americana”.

Interessante vero? Da tutto questo emerge che nella questione schiavitù non vi fu, come la propaganda ufficiale ci racconta, una parte “moralmente” superiore all’altra, vi fu semmai una parte più capace dell’altra. Ma questa è tutta un’altra storia.
E che anzi, se una parte meschina moralmente più dell’altra vi fu, questi furono gli schiavisti Africani: perché schiavizzarono la propria gente.

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11 Comments

  1. Werner marzo 10, 2013 5:56 pm  Rispondi

    Giusta la precisazione finale fatta dall’admin sul termine “negro”: anche gli indiani, i bengalesi e i pakistani sono “di colore”, ma non sono negri.

    Anche da questa clamorosa scoperta si evince il basso intellettuo dei negri, i quali siccome non ragionano e non hanno sensibilità, pur di apparire come “fichi” si vendono tranquillamente al miglior offerente, anche sacrificando i loro simili.

    D’altronde, basti pensare alla situazione odierna in Africa: il colonialismo europeo è cessato 50 anni fa, e in tutto quest’arco di tempo, i paesi africani raggiunta l’indipendenza non sono riusciti a progredire, perchè di fatto sono indipendenti solo sulla carta, perchè i vari regimi corrotti dei paesi dell’Africa nera sono retti dal Sistema giudaico-massonico, attraverso Stati Uniti e Francia.

    Loro si fanno corrompere facilmente dai soldi occidentali, e non gliene frega nulla del bene collettivo, per questo l’Africa rimarrà sempre così.

    Il problema però è che questi si fanno corrompere, però poi la miseria dei loro paesi ce la scaricano a noi con l’immigrazione selvaggia: quest’ultimo infatti deve essere UN VALIDO MOTIVO PER OPPORSI A QUESTO FENOMENO!

  2. Marte Ultore marzo 10, 2013 7:58 pm  Rispondi

    nulla di nuovo, ma vorrei sapere, a parte la questione che meriterebbe di essere studiata nei libri di storia, dove avete preso l’immagina della ragazza che fa cenno di stare in silenzio, è davvero deliziosa.

  3. Derio marzo 11, 2013 11:04 am  Rispondi

    Scrivo poche righe pieno di rabbia incontenibile per il nuovo sbarco di 77 coloni afro-musulmani, prelevati a 200 km (addirittura) dalle ns coste con un imponente schieramento di mezzi aero-navali degni di una vera e propria aperazione di guerra anfibia. Una vergogna senza nome e senza fine, paghiamo fiordi tasse per mantenere un apparato militare (!!!) che si attiva instncabilmente a facilitare la conquista della ns terra da parte di una marmaglia capace solo di scodellare figli a mitraglia. Solo leggendo i vari commenti di tutti gli amici su questo sito riesco a lenire la mia sofferenza. Vi ringrazio tutti di cuore e vi abbraccio, uno ad uno, a cominciare dall’Amm.re. Non mollate, non molliamo, la battaglia prosegue.

  4. Marte Ultore marzo 11, 2013 1:18 pm  Rispondi

    invece di parlare di ebrei parliamo di questi coloni double, grazie. Avete rotto.

    • Werner marzo 11, 2013 7:37 pm  Rispondi

      Mi permetto di dissentire con te, Marte Ultore, ma Double axe, ha scritto la verità: i primi commercianti di schiavi erano ebrei e arabi, e li vendevano alle potenze colonialiste come il Regno Unito, la Francia, la Spagna e il Portogallo.

      Ricordati, dove c’è il denaro c’è sempre l’ebreo, e di fatti l’attuale crisi economica che stiamo vivendo è farina del suo sacco: sono gli ebrei che attraverso le loro banche – avendo costoro il dominio assoluto della finanza internazionale – hanno fatto enormi speculazioni tali da mandare in rovina molte persone e molti stati.

  5. Marte Ultore marzo 11, 2013 8:30 pm  Rispondi

    Werner, io contesto una persona viscida ed assolutamente incompetente nel ruolo in cui lo hanno posto (ad esempio tal Fiano del pd, responsabile “sicurezza” -nientemeno-), per ciò che dice, che fa, per i suoi propositi, non per un assurdo concetto di razza che non esiste in questo caso. Un conto è contestare, come doveroso fare, l’elezione di allogeni come Chouki o come cavolo si chiama, vere quinte colonne straniere nel nostro parlamento, un altro è disquisire sugli “ebrei”, cosa fastidiosa, inutile, e forse anche dannosa. Per cui parliamo di contenuti. Soros e Murdoch premono per l’mmigrazione di massa? Bene, contestiamoli per questo, visto che non sono da meno del piccolo imprenditorello italiano che, ad una scala molto più bassa, cerca lo schiavo bengalese da far lavorare 12 ore al giorno per 6/7 giorni alla settimana per 800 euro in nero al mese. Intendi cosa voglio dire?

    • Werner marzo 11, 2013 10:41 pm  Rispondi

      Va bene, é chiaro il concetto da te espresso, ma se ci hai fatto caso gli ebrei sono coloro che maggiormente sostengono l’immigrazione, la snazionalizzazione e l’omologazione del pianeta con la globalizzazione.

      Qui in Italia abbiamo ad esempio un certo Debenedetti.

      • Marte Ultore marzo 12, 2013 1:51 pm  Rispondi

        I motivi sono meno oscuri di quanto potrebbero pensare i soliti complottisti. L’esperienza della seconda guerra mondiale ha insegnato, purtroppo, agli ebrei a diffidare dai movimenti nazionali e nazionalistici che pure avevano fortemente appoggiato nei decenni precedenti proprio perché erano questi a garantire la liberazione di fronte ai poteri tradizionali, soprattutto clericali e nobiliari. E’ chiaro che dopo la guerra la stragrande maggioranza si sia riversata verso i partiti di sinistra che anche se critici verso israele almeno non erano (secondo la vulgata) a rischio di razzismo e antisemitismo. A ciò aggiungi che molti ebrei di peso, ossia ricchi finanzieri (ma non sono tutti così, molti sono di classe media o bassa), hanno un interesse DIRETTO, ma pari a quello dei loro dirimpettai italiani, cattolici o protestanti che siano, ed è un motivo economico, ossia quello che ti ho detto, avere una massa di schiavi da sfruttare per due lire, distruggendo la coesione del corpo nazionale. Ma non è una prerogativa “ebraica”, ma del turbocapitalismo internazionale e internazionalista.

  6. alda marzo 12, 2013 1:51 pm  Rispondi

    Mi raccomando, parlate sempre male del negro e dell’arabo, ma non tirate in ballo gli ebrei, che quelli sono vittime sempre e comunque.

    • Werner marzo 12, 2013 9:34 pm  Rispondi

      No no qua nessuno considera vittime gli ebrei, anzi, parlando a titolo personale, gli ebrei sono la peggiore specie che popola il pianeta, e tutta l’immoralità dilagante che ha corrotto il mondo occidentale é farina del loro sacco!

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