Nuove inquisizioni: Repubblica “minaccia”, Barbagli “ritratta”

Il coraggio chi non ce l’ha non se lo può dare (A. Manzoni)

Il signor Marzio Barbagli non ce l’ha.

La replica del professore Marzio Barbagli. “L’invito del sito Tutti i crimini degli immigrati a leggere un mio libro del 1998 , che ho visto sulla rete poche ore fa, mi ha sorpreso e amareggiato. Guardando questo sito ci si rende infatti presto conto che esso non si propone di descrivere e di documentare in modo, non dirò scientifico, ma almeno serio e accurato, come dovrebbe chi vuole informare gli altri, il fenomeno della criminalità degli immigrati. Se questo fosse il suo fine, esso dovrebbe dire quale è il peso dei delitti riportati sul totale di quelli commessi nel nostro Paese, rilevare che esso varia nello spazio e nel tempo, ricordare almeno che alcuni reati gravi come la corruzione e la concussione, l’appropriazione indebita, l’insider trading e l’aggiotaggio, vengono commessi ancora oggi, come vent’anni fa, esclusivamente dagli italiani. Il fine di questo sito è invece semplicemente quello di fare propaganda razzista e xenofoba e di rendere più difficile il processo di integrazione degli immigrati nella società italiana. Il fatto che il sito consigli un libro del 1998, in cui si riportano dati di quindici anni fa, e ignori i libri più recenti che ho scritto su questo argomento o i rapporti che ho redatto, con altri studiosi, per il Ministero dell’Interno o per la Fondazione Icsa mostra l’assoluta mancanza di competenze professionali di coloro che lo hanno creato”.

Quando ieri abbiamo parlato dell’articolo di quella sorta di giornale che prende il nome di Repubblica, dicemmo della velata minaccia mafiosa fatta all’autore del libro che evidenzia l’impatto dell’immigrazione sull’aumento della criminalità. Attendevamo la reazione del signor Barbagli per capire di che pasta fosse fatto, oggi lo sappiamo.

Eravamo certi avrebbe fatto “penitenza”. Si spera sempre però in un moto d’orgoglio e che le persone abbiano più dignità di quella che si può sospettare. A volte, come in questo caso, si rimane delusi.
La dignità è non arretrare dalle proprie convinzioni davanti alla possibilità di perdere i propri privilegi, il coraggio è essere pronti a morire per quello in cui si crede. E’ evidente che il sig. Barbagli non ha né l’una, né l’altra.

Ma analizziamo la pochezza della sua dichiarazione con la quale china il capo e se lo cosparge di cenere, tutto pur di non essere espulso dal milieu intellettuale che distribuisce cariche, prebende e pubblicazioni.

Guardando questo sito ci si rende infatti presto conto che esso non si propone di descrivere e di documentare in modo, non dirò scientifico, ma almeno serio e accurato, come dovrebbe chi vuole informare gli altri, il fenomeno della criminalità degli immigrati. Se questo fosse il suo fine, esso dovrebbe dire quale è il peso dei delitti riportati sul totale di quelli commessi nel nostro Paese, rilevare che esso varia nello spazio e nel tempo

Posto, esimio “cuor di leone”, che lo scopo del sito in questione è riportare la cruda realtà quotidiana e non fare analisi, compito che invece spetta a identità.com, se si fosse sforzato di leggere, avrebbe scoperto che il “il peso dei delitti riportati sul totale di quelli commessi nel nostro Paese” lo riportiamo un giorno si e l’altro pure, ed è pronto un nuovo articolo che, usando numeri da lei pubblicati, dimostrerà quello che è evidente a tutti: questo peso è abnorme. Cosa poi c’entri il “variare nello spazio” non è molto comprensibile, riguardo al tempo si, varia, nel senso che “aumenta”.

Il fatto che il sito consigli un libro del 1998, in cui si riportano dati di quindici anni fa, e ignori i libri più recenti che ho scritto su questo argomento o i rapporti che ho redatto, con altri studiosi, per il Ministero dell’Interno o per la Fondazione Icsa mostra l’assoluta mancanza di competenze professionali di coloro che lo hanno creato”

Vede, in realtà siamo a conoscenza dell’esistenza dei suoi successivi lavori, ed è su questi che baseremo futuri articoli – come per altri già avvenuto – e anche altri suoi libri sono stati da noi “pubblicizzati”, per puro caso, in questo periodo è toccato a questo, che peraltro descrive ancora ottimamente una realtà che oggi è non solo simile, ma semmai peggiorata. Quindi eviti di dare del “non professionale” , non perché ci “offenda”, visto che se essere “professionali” significa chinare il capo alla prima reprimenda del giornale di un editore, siamo lieti di non esserlo, ma perché è basato sulla sua ignoranza riguardo al nostro lavoro.

Ma questa è la parte che preferisco, quella che più fa sbellicare dalle risate:

ricordare almeno che alcuni reati gravi come la corruzione e la concussione, l’appropriazione indebita, l’insider trading e l’aggiotaggio, vengono commessi ancora oggi, come vent’anni fa, esclusivamente dagli italiani.

Vedete, mischiare questi reati economici con stupri, omicidi, rapine, pestaggi, aggressioni e risse è il metodo con il quale i “professionali” come Barbagli – su commissione – riescono a “ridurre” l’incidenza degli immigrati nel crimine e presentare numeri più “umani”. E’ un palese agire truffaldino: è ovvio che, non essendoci broker congolesi, non possono neanche esserci broker congolesi che truffano. Non potrebbero nemmeno volendo.
Ma il punto non è questo. Io capisco che per uno come Barbagli, il feroce reato di “insider trading” possa essere alla stregua di uno stupro, e l’aggiotaggio sia paragonabile all’omicidio, ma per tutti gli altri esseri senzienti, questa folle equiparazione non vale. E’ una stupidaggine. E’, come direbbe un lord, una vaccata pazzesca.

Del resto se uno scienziato come Galileo ritrattò davanti all’inquisizione, volete che uno come il “nostro” non si “pentisse” davanti all’inquisizione moderna? Eppur si muove, caro Barbagli.

Ps. Per inciso: a noi la replica mica l’hanno “concessa”. Così per dire con quale tipologia di furfanti abbiamo a che fare.

11 Comments

  1. mauro gennaio 30, 2013 6:18 am  Rispondi

    Spett. Sig. Barbagli, due sole considerazioni: 1) Se anche fosse vero (e NON è vero) che gli immigrati delinquono come gli taliani, perchè dovemmo comunque tollerare che lo facciano visto che abbiamo già i “nostri” delinquenti? In nome di cosa dovremmo farlo? 2) Se lei considera tra i reati anche quello di aggiotaggio, corruzione e concussione, per correttezza mentale dovrebbe considerare anche il lavoro nero, ed allora i reati degli immigrati esploderebbero. La ringrazio per la cortesia con la quale vorrà rispondere a queste semplici considerazioni.

  2. Derio gennaio 30, 2013 9:19 am  Rispondi

    Il dramma è proprio questo: fino agli anni 90 molti giornalisti e scrittori “potevano” usare la propria testa per analizzare l’incipiente invasione della ns terra. Adesso la piovra “politicamente corretta” e mafiosa che detiene il controllo totale dei mass-media, pretende di controllare anche l’uso dei singoli aggettivi. Ovviamente nessuno invoca il rispetto dell’articolo 21 della Cost., come nel caso dell’obbrobriosa legge Mancino. Praticamente siamo liberi di pensarla come loro.
    La battaglia per l’esistenza della ns stirpe continua, tutti in prima linea, uniti, senza paura.
    Arrivederci amici.
    paolo

  3. Werner gennaio 30, 2013 2:16 pm  Rispondi

    Io invece sono dell’opinione che a maggior ragione del fatto che il libro di Barbagli fu pubblicato nel 1998, ci debba far rendere maggiormente conto del fatto che la criminalità immigrata è una realtà.

    Negli anni novanta, c’erano sul nostro territorio molti meno immigrati di oggi, infatti secondo il censimento del 2001 erano 1,3 milioni, mentre nel 2011 erano 3,7 milioni (http://www.istat.it/it/files/2012/04/stranieri.pdf), cioè sono più che triplicati: con ciò cosa voglio dire che se già esisteva il problema della criminalità straniera 15 anni fa che ve ne erano di meno, figuriamoci adesso.

    Ormai è un dato di fatto che certi reati nel nostro territorio li commettono soltanto gli immigrati, e non solo quelli sulla persona, ma anche quelli definiti da Barbagli come gli “italianissimi” reati economici: ad esempio, per quanto riguarda le truffe primeggiano gli zingari e i cinesi.

    Comunque è fastidiosa la solita espressione “gli italiani commettono più reati degli immigrati” perchè sa di un razzismo verso il proprio simile, insomma un atteggiamento che istiga al fratricidio.

  4. Paolo Mirandola gennaio 30, 2013 2:41 pm  Rispondi

    Caro admin,
    ancora una volta complimenti per le precise, sagge e circostanziate parole con cui hai risposto all’ennesima intimidazione mafiosa. Anche io quando ho letto i “gravi” crimini “commessi esclusivametne italiani” ho avuto un attimo di smrrimento. AGGIOTAGGIO. eh già, questo si che è il problema delle ragazze, degli anziani, dei deboli, dei poveri e delle persone perbene: L’AGGIOTAGGIO. non Gli omicidi feroci, gli stupri etnici, le rapine con carica di violenza efferata e gratuita. NO. il temibile e gravissimo AGGIOTAGGIO. Incredibile.

  5. Marte Ultore gennaio 30, 2013 3:04 pm  Rispondi

    Un applauso al recensore dell’articolo. Non poteva toccare con maggiore perizia i punti deboli della dichiarazione Barbagli.
    Ma io penso che anche lui, forse incoscentemente, o magari sì, chissà, abbia inserito quella ridicola equiparazione con i reati “esclusivamente italiani”, proprio per dare lo spunto di una facile ribattuta che è a tutto vantaggio delle nostre tesi.

  6. Luciano gennaio 30, 2013 4:28 pm  Rispondi

    Che razza di coniglio questo barbagli! Riesce addirittura a rinnegare se stesso e il suo scritto accampando scuse misere secondo le quali avrebbe scritto anche su altri libri libri del problema (evidentemente rinnegandosi).
    Il buon G.Pansa, almeno nn ha rinnegato nulla dei suoi libri pur essendo un ex di repubblica, nonostante gli abbiano tolto il saluto i suoi miseri colleghi.
    comunque la replica di barbagli dimostra ancor più le nostre tesi

  7. Luciano gennaio 30, 2013 4:34 pm  Rispondi

    ed inoltre,cari amici, avete sentito napolitano ieri durante la giornata delle memoria scagliarsi contro chi propugnava “pericolose idee eversive” (vedi ragazzi di capsapound) e minacciando una dira repressione dello stato!!!
    sembrava proprio il giorgetto degli anni 50 quando gridava all’ordine e applaudiva il massacro di giovani ungheresi che si ribellavano ai suoi cari compagni!

  8. parsifal gennaio 31, 2013 8:20 pm  Rispondi

    Dunque secondo Barbagli il modo serio e scientifico di trattare il fenomeno dell’immigrazione sarebbe lo stesso usato da Repubblica, che consiste nel diluire la quantità dei crimini commessi da immigrati con altri crimini commessi da italiani, perché solo questo assicurerebbe, dato l’alto numero dei primi, “l’imparzialità” delle notizie. Mentre suddividere le notizie per gruppi darebbe, non si sa per quale motivo, un quadro complessivo distorto. Ne consegue che non ci sarebbe alcuna differenza tra il metodo scientifico e il politicamente corretto. Se gli immigrati commettono troppi crimini la colpa non è degli immigrati ma di chi da le notizie, non perché dice il falso ma perché rischia di alimentare una logica avversione verso la categoria cui appartengono gli autori di tali crimini. Quindi la scienza deve piegarsi alla morale, in questo caso alla morale antirazzista. Questo dunque sarebbe il metodo “professionale” di presentare i fatti: mettere dei filtri alle informazioni per evitare che la realtà si presenti nuda e cruda. Aberrante.

  9. Werner febbraio 1, 2013 1:03 pm  Rispondi

    State certi che se tutte le notizie di cronaca che vedono gli immigrati come autori del reato fossero tutte riportate fedelmente e con un punto di vista assolutamente neutrale, l’atteggiamento degli italiano rispetto al fenomeno dell’immigrazione muterebbe notevolmente.

    Un’indagine ISTAT pubblicata l’estate scorsa, mostra come il 60% degli italiani è tollerante rispetto al fenomeno dell’immigrazione perchè mette a contatto con altre culture. Addirittura il 72% è favorevole a concedere la cittadinanza ai figli degli stranieri che nascono sul nostro territorio, e – tenetevi forte – il 63% ancora ritiene, nonostante la crisi occupazionale, che gli immigrati sono necessari per fare i lavori che gli italiani non fanno (falsità molto strumentalizzata dai politici e da Confindustria).

    http://www.istat.it/it/archivio/66563

    Due sono le cose: o quest’indagine è falsa, oppure gli italiani sono un popolo di imbecilli.

  10. Marte Ultore febbraio 1, 2013 10:10 pm  Rispondi

    delle due l’una werner, ma io non mi stupirei anceh della seconda, ormai gli italiani sono talmente lobotomizzati da 60 anni abbondanti di propaganda nichilista, autolesionista e autocolpevolista che prima di svegliarsi molti devono subire Direttamente un danno, solo il timore di subirlo non basta loro. E per qualcuno, una minoranza però, nemmeno dopo che lo hanno subito più e più volte basterà a liquidare ciò in cui hanno fermamente creduto per decenni e in cui sono cresciuti.
    Pensiamo ai Romani per esempio, quelli “tardi” però, di nome e di fatto, non bastarono le invasioni barbariche e l’umiliazione del dispostismo barbarico a scuotere le loro menti e fargli ritrovare lo spirito degli Antenati e sì che avevano un esempio di continuità diretta e non c’erano i soliti soloni nostraLi a negare, come oggi, qualsiasi eredità spirituale e materiale con gli Antichi Romani, quelli veri, Italici della Repubblica che conquistarono mezzo mondo.

  11. Stefano aprile 6, 2013 12:38 am  Rispondi

    Accidenti, io pensavo che quelli che sbarcano col gommone fossero tutti aggiotatori professionisti, evasori fiscali per decine di miliardi di dollari e magari pure colpevoli di alto tradimento se non addirittura separatori di colonia dalla Madrepatria. Mi chiedo dove viva il professor Barbagli. Se vive sulla Terra come noi, lo invito ad andarsi a leggere l’elenco delle cause penali iscritte a ruolo in una qualsiasi “udienza di smistamento” presso il tribunale della sua città. Veda lui dopo quante dozzine di nomi impronunciabili trova quello di un italiano. QUELLA è la verità, le statistiche sono buone per farci gli aerei di carta, più o meno come i sondaggi politico-elettorali della Cricca dei Plagiatori dell’Elettorato, quella dei 37 punti di vantaggio di Bersani e, prima ancora, dei 57 punti di vantaggio di Prodi. Considerato poi che i crimini commessi dai migranti (furto, scippo, borseggio taccheggio, stupro, lesioni) sono proprio quelli che più facilmente (s’intende dopo i reati commessi nell’affaire MPS) restano ad opera di ignoti, la percentuale di quasi il 50% di detenuti migranti è semplicemente SPAVENTOSA, rispetto al loro numero sul territorio. Per causa loro dovremmo pure spendere MILIARDI di euro per costruire nuove carceri, quando, per i detenuti italiani, avanzerebbero quelle che ci sono. Per causa loro (Questura di Firenze: 75% dell’attività volta al contrasto della criminalità migrante) mancano fondi alle Forze di Polizia. Per causa loro le aule di giustizia sono intasate all’inverosimile ed il ministero non ha soldi (dobbiamo pagare, oltre all’avvocato d’ufficio, pure l’interprete e tutte le traduzioni giurate dei vari atti notificati nella lingua migrante, a pena di nullità della notifica). C’è qualcosa di buono che sanno fare i migranti oltre a delinquere ed inviare i soldi che guadagnano (in larga parte al nero: braccianti, migranti, prostitute etc…) all’estero? Fa differenza, per l’Italia, che una sola persona esporti un miliardo di euro o che centomila persone esportino diecimila euro con imposizione ridicola o assente? Magari l’evasore da un miliardo prima o poi riporterà i soldi in Italia. I soldi dei migranti, invece, li possiamo salutare per sempre…

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