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TAXI COLLETTIVO PER GLI ZINGARI, PAGA LA CGIL
Sono stati definiti con esattezza i numeri delle famiglie morose e l’ammontare complessivo dei debiti, che sono stati comunicati nella mattinata di giovedì 11 ottobre dalla Loggia al segretario della Cgil Damiano Galletti. Stando ai dati definitivi, i bambini esclusi per morosità da trasporto e mensa sono in totale 151, non 321 come è stato detto nei giorni scorsi.
Di questi, 72 sono rom e sinti, 79 altri (un 80% di stranieri, 20% di bresciani). Dei 151, 31 non sono stati ammessi alla scuola materna, di cui 15 rom e 16 di altra provenienza. Da rifare, dunque, anche tutti i conti relativi ai debiti. Quelli per lo scuolabus di rom e sinti per l’anno 2011-2012 (al pregresso, ci sta già pensando Equitalia) ammontano a 2.392,99 euro, mentre il debito per i 15 rom esclusi dalle materne è di 2.727,69 euro. Il totale, dunque, è di 5.120 euro.
“Una cifra che possiamo già saldare con i soldi messi a disposizione da Non solo donazioni, Libertà e Giustizia circolo di Brescia, Fondazione Piccini, partito Rifondazione Comunista centro storico, Spi, associazioni Amici Daffini, Filcams, Se non ora quando.
Questa prima tranche del debito dovrebbe essere saldata entro venerdì 12 ottobre; ci vorrà poi un paio di giorni di tempo per mettere a punto i dettagli tecnici, ma già mercoledì 17 ottobre i bambini dei campi rom e sinti di via Borgosatollo e via Orzinuovi potrebbero andare a scuola sul bus, così come i 15 rom potrebbero accedere alle scuole elementari. Ma non finisce qui. Restano i 5.868 euro della mensa di elementari e medie di 57 tra rom e sinti.

E rimangono i 79 bambini ‘altri’. Di questi, 16 sono di scuola materna e non hanno accesso alla mensa a causa di un debito di 24.650 euro. 63, infine, sono di scuola elementare e media, e per loro il debito-mensa è di 29.133 euro. “La cifra è molto più alta rispetto al debito di rom e sinti”, ha precisato Galletti, “perché è diverso il sistema di conteggio”. In pratica, per i nomadi, i servizi sociali fanno una relazione collettiva annuale, mentre per gli altri viene fatto un accumulo dei debiti per numero di fratelli e per annualità.

Leggete attentamente l’ultimo paragrafo. In sostanza si evince piuttosto chiaramente che gli Zingari, che poi non pagano, anche se lo facessero, pagherebbero meno degli Italiani, come dice il Ciggiellino “perché è diverso il sistema di conteggio”.

E come mai gli enti pubblici garantiscono agli Zingari un trattamento privilegiato? Dove sono i custodi della “uguaglianza dei diritti”?

Comunque sia, gli Zingari tanto non pagano, arriva infatti la Cgil, sindacato di lavoratori ormai addetto al sostentamento di un’etnia che del “non-lavoro” fa un modello di vita, a saldare i debiti.
E qui c’è un ulteriore e osceno particolare che chi ha scritto l’articolo evita dal mettere in evidenza: la Cgil paga si, è vero, il debito delle “famiglie morose, ma solo di quelle degli Zingari, non di quelle Italiane.
Ed è doppiamente vergognoso, perché è piuttosto ovvio che mentre i primi non pagano per “modus vivendi”, le seconde non lo facciano per motivi “oltre la loro volontà”. Ma degli Italiani, dei lavoratori italiani, alla Cgil non frega nulla.
A loro interessano immigrati e Zingari. Il loro nuovo esercito di straccioni, coi quali perpetuare i loro cinquantennali privilegi di burocrati nullafacenti.

Chi meglio può comprendere i parassiti, se non, altri parassiti?
Tanto poi loro, i membri delle varie associazioni citate nell’articolo, non li hanno come vicini di casa. Loro abitano in case di lusso in quartieri di lusso: puttane d’alto bordo che giocano a fare i rivoluzionari.

Intanto a Brescia, il comportamento dei genitori zingari ai quali la Cgil finanzia pullmino scolastico e mensa, è questo: I mantenuti della Cgil rubano e sfruttano bambini: ecco gli Zingari di Brescia