Mentre i “tecnici” studiando il modo di far crescere il Pil, hanno concepito la rutelliana idea di “accorpare” le festività così da “produrre” di più e, di conseguenza, generare un aumento statistico del Pil, accade questo:
Questa notizia, la punta di un iceberg, evidenzia, come dicevamo nel nostro articolo di ieri [nbnote ]http://identità.com/blog/2012/07/17/dacci-oggi-il-nostro-accorpamento-quotidiano/[/nbnote]che, il problema dell’Italia e dell’economia mondiale nel suo complesso, non è un “difetto”, ma un “eccesso” di produzione rispetto alla reale capacità economica dei lavoratori di “assorbirla” in consumo.
I lavoratori italiani, stretti tra la morsa globalista di “delocalizzazioni” e “immigrazione”, non sono più in grado di assorbire quello che il sistema produttivo “vomita” continuamente. E’ una lettura “marxiana” della situazione che i sindacati dovrebbero comprendere, ma che, per motivi di ideologia terzomondista e internazionalista, non vogliono accettare.
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