La Sanità dopo la spending review, parla Balduzzi:
«In tre anni 7,9 miliardi di euro in meno»
Ma state tranquilli, non sono “tagli”:
Ma il ministro della Sanità difende l’opera dell’esecutivo: «Tecnicamente non sono tagli, è un de-finanziamento
con più componenti»
Un “de-finanziamento”, ti tolgo l’acqua ma se muori di sete non è mica colpa mia. Del resto è solo un “de-finanziamento”.
Ma in sostanza cosa significano questi “non-chiamateli-tagli-per-carità-avesse-a-salire-lo-spread”?
Ospedali, 7 mila posti letto in meno
Tutto questo non sarebbe un problema, se i nostri “padroni” avessero assecondato quel lento, benefico e naturale “declino demografico” che era in atto. Ma invece no, perché loro hanno bisogno di lavoratori low-cost: e allora “venghino signori venghino”.
Oggi quindi ci troviamo con una popolazione aumentata di 5 milioni di individui negli ultimi vent’anni, e a fronte di più residenti, e quindi più malati, con una previsione di meno strutture e risorse per curarli.
Indovinate chi ne risentirà. I politici? No, loro vanno nelle cliniche svizzere. I magistrati? No, loro seguono a ruota. I giornalisti? Non quelli che contano e sono sul libro paga delle Banche.
A risentirne saranno le classi popolari, medie e benestanti: l’impatto dell’immigrazione è drammatico quando le risorse non crescono. E’ catastrofico, quando le si tagliano (pardon, le si “de-finanziano).
Il primo passo per restituire agli Italiani il benessere di vent’anni fa, è tornare alle condizioni di vent’anni fa. E a quel tempo, non c’erano immigrati.
E non c’era nemmeno l’Euro.