Una notizia scandalosa irrompe nella vicenda dei Sinti di Mantova e dei loro affari edilizi.
La lottizzazione è abusiva, senza se e senza ma, e va interrotta subito. È quanto ha ordinato il Comune ai proprietari dei 5.450 metri di terreno agricolo, ricompresi nel Parco del Mincio in strada Trincerone, alle porte di Mantova, sui quali stava nascendo un insediamento residenziale fuorilegge. Il provvedimento è stato emesso dopo undici mesi di indagini e una denuncia in procura per abuso edilizio.
Pozzo e siepe. I sospetti iniziali dei funzionari del Parco del Mincio e degli agenti della Polizia edilizia sono stati confermati dopo approfondite verifiche e da via Gandolfo, dove hanno sede gli uffici dello Sportello unico, è partita il 21 dicembre, l’ordinanza di sospensione dei lavori effettuati abusivamente. Se entro 90 giorni non interverranno fatti nuovi (come una sentenza del Tar) che inducano il Comune a revocare il provvedimento, il terreno diventerà di proprietà comunale. L’ordinanza colpisce i proprietari attuali dell’area, una famiglia residente nel campo nomadi di via Guerra, Rodolfo Gabrieli e i figli Fabiola e Maggy e, a sorpresa, altre due persone, Gianfranco e Fiorenzo Stocher, abitanti rispettivamente a Nogara e a Gazzo veronese, a cui era intestata parte della lottizzazione. Tutti Zingari.
Sopralluoghi e indagini. La vicenda inizia il 30 gennaio scorso quando, durante un sopralluogo al Trincerone, zona agricola di valenza paesaggistica secondo il piano regolatore vigente, gli agenti della Polizia locale scoprono, in un lotto di proprietà di Rodolfo Gabrieli, che erano in corso dei lavori di scavo per la realizzazione di un pozzo. Il sopralluogo consentiva anche di notare una situazione poco chiara per quanto riguardava gli appezzamenti adiacenti di proprietà di Fabiola e Maggy Gabrieli. Gli agenti, infatti, verificavano che le due aree erano state delimitate in parte con siepi di sempreverdi e in parte con scavi e picchetti. Partivano indagini più approfondite che in luglio portavano al sequestro preventivo dell’intera area: in pratica, agli investigatori era chiaro che lì i Gabrieli stavano realizzando le opere per insediare le casette mobili dove trasferirsi dopo aver lasciato il campo nomadi. Non solo.
Lotti e frazionamento. Dalla documentazione acquisita è stato possibile ricostruire l’acquisto dei lotti di terreno, ciò che poi si è rivelato decisivo per far partire, in ottobre, la denuncia in procura. Il 6 novembre 2011 i Gabrieli compravano un lotto di terreno agricolo di 5.450 metri, al Trincerone, da Cristina Bianchi. Il 14 dicembre gli appezzamenti venivano frazionati e censiti al catasto in tre lotti, uno da 2.724 metri e due da 1.363 metri ciascuno.
Acquirenti e aree. Il tutto veniva poi depositato all’Agenzia del territorio. Il 23 dicembre, davanti al notaio, i proprietari sottoscrivevano l’atto di divisione con le seguenti assegnazioni: Rodolfo Gabrieli 1.363 metri, Fabiola Gabrieli 1.363 metri e Maggy Gabrieli 2.724 metri. Nel prosieguo delle indagini è emerso che vi erano altri proprietari di quei lotti, e cioè Gianfranco e Fiorenzo Stocher.
Chi ha buona memoria, si ricorderà che parlammo giorni fa dei Sinti e della loro richiesta di rendere ‘edificabili’ – ex nihilo – terreni agricoli, per erigervi le loro graziose villette. Ovviamente chi si e’ opposto con successo – come il consigliere De Marchi – a questo scempio, ha subito l’attacco di Zingari e delle associazioni che con questi fanno affari, come quella denominata Sucar drom.
E’ interessante notare che gli Zingari finiti sotto inchiesta per abusivismo in area naturale, sono ospiti dello stesso campo nomadi – quello di via Guerra – che ospita chi ha richiesto di edificare villette mobili in zona agricola. Evidentemente qualcuno, giocando sulla sicura approvazione, si era portato avanti.
Il signor Carlo Berini, dal 1987 a capo dell’Opera nomadi prima e dal 1996 di Sucar drom, l’associazione che si occupa di gestire proprio il campo di via Guerra, deve dare alcune risposte. Era a conoscenza degli abusi edilizi che gli ospiti del ‘suo’ campo stavano commettendo?
Quali interessi materiali nascondono la sua e le altre associazioni che si occupano del business campi nomadi?
Intanto, le richieste del consigliere De Marchi volte a conoscere l’entità del debito contratto da Zingari e loro associazioni, nei confronti del Comune e quindi dei contribuenti mantovani , sono lettera morta. Il Sindaco si rifiuta di rispondere? Forse timoroso di svelare gli interessi che hanno portato lui e la sua amministrazione a votare a favore della sanatoria di abusi edilizi che oggi e’ costretto a perseguire per legge.
Il blitz degli xenofili contro l’ambiente e’ fallito, senza l’aiuto dei falsi ambentalisti e contro i moralisti dell’accoglienza. Difendere il territorio e’ parte essenziale della difesa dell’identità, solo chi si oppone all’immigrazione e al degrado difende l’ambiente dalla cementificazione e dalla speculazione edilizia.
Dietro queste associazioni, ufficialmente non a scopo di lucro, ci sarà una mangiatoia di quella pazzesca!
E intanto noi a causa di questi farabutti e mangiatari, e della Caritas, dobbiamo subirci l’invasione zingara!