Scandalo: le villette condonate degli Zingari e il permesso per ricostruirle

Uno scorcio del quartiere abusivo dei Sinti

 

Il villaggio quasi interamente abusivo realizzato dai sinti a ridosso della tangenziale Sud – tra le uscite Debouchè e La Loggia – verrà abbattuto. L’amministrazione di Nichelino ha presentato nei giorni scorsi in commissione un progetto ribattezzato «di normalizzazione» di un’area edificata in barba a molte delle regole urbanistiche vigenti.

Si tratta di una quindicina di case basse  di cui quattro condonate (o semi-condonate). Sono state erette una ventina di anni fa e con il tempo hanno finito per costituire un autentico mini quartiere abusivo della città.

La maggior parte delle costruzioni siano state realizzate a una decina (al massimo una ventina) di metri dalla carreggiata della tangenziale. A dividerli dalle tre corsie d’asfalto (direzione Savona-Piacenza) c’è solo un guard-rail, poi più nulla. Una situazione rischiosissima che potrebbe trasformarsi in tragedia da un momento all’altro: se un camion o un’auto dovessero uscire di strada proprio in quel tratto piomberebbero dentro le case. E cosi all’idea del Comune di sanare un abuso clamoroso si è unito l’appello del presidente dell’Ativa (la società che gestisce la tangenziale di Torino) Giovanni Ossola, che tempo fa aveva lanciato l’allarme: «Quelle case rappresentano un pericolo enorme».

Ora si vara il piano che consentirà di abbatterne almeno dodici. Così spiega Domenico Sibilla, dirigente dell’ufficio tecnico all’interno del Comune: «Moltissime delle case in questione sono costruite al di fuori della fascia di rispetto». L’idea è quella di consentire ai sinti «di ricostruire interamente a loro spese le case in una zona, sempre a Tetti Rolle, lontana dalla carreggiata. Pagheranno tutto loro: per il Comune – assicura – questa sarà un’operazione a costo zero.

Il sindaco Giuseppe Catizone definisce questa soluzione «una sintesi tra ripristino della legalità e garanzia di equità sociale. I problemi non si risolvono soltanto con le ruspe, ma anche con il dialogo». Il Comune anticiperà le spese di urbanizzazione dell’area, che saranno recuperate sul costo dei fabbricati a carico dei sinti. Solo dopo aver pagato potranno entrare nelle case nuove. Il piano presentato da Palazzo Civico offre anche dettagli architettonici: gli alloggi saranno realizzati all’interno di edifici disposti a corte e si affacceranno su un cortile interno con giardino, ipotesi progettuale che pare soddisfi anche le richieste delle famiglie. Il documento arriverà in Consiglio comunale entro l’anno, poi si aspetteranno le osservazioni della Provincia e infine partiranno i cantieri.

Sintesi: gli Zingari hanno costruito 15 case abusive a due piani, in vent’anni nessun magistrato se ne è occupato. Ora vista la pericolosità per il traffico, invece di punire chi ha violato la legge, questi verranno premiati permettendo loro, e solo a loro, di ri-costruirsi un quartiere privato un pò più in là. Altre 3 case abusive rimarranno in piedi nel luogo originale dell’abuso.

Qui siamo oltre lo scandalo.

Al di là del fatto che l’articolo del giornale della Fiat tenti in ogni modo di “massaggiare” la notizia per renderla digeribile, il fatto concreto rimane questo: hai costruito un mini-quartiere abusivo di 15 case a due piani? Noi, ambientalisti a intermittenza te lo condoneremmo, ma c’è la strada ed è impossibile. Allora sapete cosa facciamo? Per premio, ti faremo costruire il tuo quartiere etnico abusivo in un’altra zona.

In modo piuttosto ridicolo l’autore dell’osceno articolo tiene a precisare che le costruzioni saranno a spese dei Sinti, sorvolando sul fatto che è il permesso di costruzione ad avere un enorme valore in sé. Chiunque sa che il valore di un terreno si moltiplica quando passa da agricolo a edificabile, e chiunque sa che questo passaggio comporta una spesa da parte del proprietario, piuttosto esosa. Agli Zingari sarà concesso gratuitamente. Come premio per avere abusato dell’ambiente. Il nostro ambiente.

E voi, Italiani senza casa, che pagate le tasse. Che prima di costruire chiedete il permesso e se non ve lo danno, non costruite: per voi nulla. Per gli Zingari tante piccole villette con giardino, perché non basta “condonare”, dobbiamo anche soddisfare le loro richieste architettoniche.

E vogliamo dire qualcosa del sedicente sindaco di Nichelino, tal Catizone, noto alle cronache per la morte in un incendo del clandestino tunisino che lui ospitava – a pagamento – nel sottotetto non a norma di una sua proprietà? Come è possibile che chi è stato responsabile di una cosa simile, sia ancora Sindaco?
Del resto lui i problemi li risolve mica con le ruspe, ma con il “dialogo”. E il dialogo significa premiare i cementificatori abusivi e magari, guadagnarci qualcosina per se.

Dove sono i Verdi e gli ambientalisti? Dove sono i grillini? Dove sono quelli che si stracciano le vesti – giustamente – quando si vuole condonare gli abusi edilizi che straziano il territorio? Quando si tratta di Zingari e immigrati, questi individui vanno in coma. Scompaiono.
E quello che normalmente li farebbe scandalizzare, non li scandalizza più, se di mezzo c’è l’immigrato.
Perché la loro ideologia è che siamo tutti uguali. Ma qualcuno è più “uguale” degli altri.

Domenico Sibilla e Giuseppe Catizone, due parassiti in più nella lunga lista. Ennesimi politici con le mani nel business dell’immigrazione.

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