Gli Israeliani favorevoli all’Apartheid: anche noi

Il muro che “divide” Israele dagli Arabi

Israeliani favorevoli ad una politica discriminatoria contro gli arabi

La maggioranza degli ebrei israeliani è a favore dell’introduzione di politiche discriminatorie contro la popolazione araba del paese e sarebbe favorevole ad un sistema di “apartheid” in Cisgiordania se fosse mai dovesse essere annessa.

A tre mesi dalle elezioni generali, un sondaggio riportato dal quotidiano Haaretz mostra un’ulteriore prova di una forte inclinazione verso l’identitarismo etnico nella società israeliana.
Più di due terzi delle persone intervistate ha detto che si opporrebbe al diritto di voto per i 2,5 milioni di palestinesi che vivono in Cisgiordania, se questa dovesse essere annessa ad Israele.
Quasi tre quarti – 74 per cento – danno anche il loro supporto ad un sistema di strade separate per i palestinesi e gli israeliani in Cisgiordania, anche se la maggior dice di vedere una tale politica come “necessaria”, piuttosto che “buona”.

Anche se favorita da alcuni ebrei nazionalisti, la prospettiva di una annessione israeliana della Cisgiordania, che ha occupato dopo la Guerra dei Sei Giorni del 1967, resta lontana.

L’indagine ha rilevato che la maggioranza della popolazione ebraica – 59 per cento – dice di volere un sistema che privilegia gli Ebrei nei lavori di servizio civile. Gli Arabi, che costituiscono il 20 per cento della popolazione israeliana, lamentano che una tale politica non ufficiale esiste già.
Circa il 49 per cento, ha detto che vuole lo stato tratti i cittadini ebrei meglio di quelli arabi, mentre il 42 per cento ha dichiarato di non voler vivere nello stesso edificio con Arabi e non vuole mandare i propri figli in scuole che ammettono anche gli arabi.
Significativamente, il 58 per cento degli intervistati ha detto che Israele esercita già un sistema di apartheid contro i palestinesi.
Questo dato, in particolare, ha già indotto una crisi di coscienza nei settori anti-razzisti israliani.
“Questo [sondaggio] mette a nudo l’immagine della società israeliana.” Gideon Levy, un commentatore di primo piano, ha scritto in un articolo di opinione che accompagna il sondaggio.
“Ora non sono solo i critici in patria e all’estero, ma gli stessi israeliani che sono apertamente, senza vergogna, senza sensi di colpa a definirsi come razzisti nazionalistici.
“Siamo razzisti, gli israeliani stanno dicendo, si pratica l’apartheid e abbiamo neanche voglia di vivere in uno stato di apartheid. Sì, questo è Israele. “

Viva Israele che non ha remore nel difendere se stesso. Che grazie al privilegio di cui gode – per noti motivi – dalla fine della seconda guerra mondiale, può fare quello che a noi non è permesso fare: esistere.
Esistere come Stato di una entità etnica, senza sensi di inferiorità verso chi di questo l’accusa. La particolare genesi dello stato israeliano e la sua situazione geopolitica lo rendono libero da quei sensi di colpa di cui è affetto l’Occidente. Loro non sentono di dovere nulla a nessuno, tranne che a loro stessi. Sentono di non dovere privilegiare “l’altro”, ma i propri figli.
Del resto a noi è imposto “Schengen” e la libera circolazione di tutti i criminali, mentre loro, gli Israeliani, erigono muri per difendersi dagli Arabi. Conoscono l’importanza delle frontiere.
La malattia dell’odio di sé, non ha attecchito in Israele, anche se è presente in ampi settori pacifisti.
Ed è dell’odio di sé che sono vittime i popoli europei. L’odio di sé, che hanno aiutato ad instillare nelle generazioni europee, anche tanti intellettuali ebrei della diaspora. Gli stessi che oggi non sono però imbarazzati nel sostenere uno Stato che applica a casa propria, le stesse cose che loro condannano a casa nostra.

Altri, più onesti intellettualmente, come Odifreddi, combattono la visione di uno stato etnico non solo in Europa, ma anche nel caso israeliano. La pensiamo in modo opposto, noi vogliamo applicare qui, le stesse idee che gli Israeliani applicano là, mentre gli “Odifreddi” – e i “Lerner” in modo più subdolo – vorrebbero che Israele applicasse là, le stesse politiche suicide che noi ci siamo imposti qui. Ma almeno rispettiamo l’onestà intellettuale.

In sostanza, Israele si definisce “stato etnico degli Ebrei”: perché noi non possiamo definirci stato etnico degli Italiani? O per caso gli Ebrei sono nazisti?
E’ questo che pensate, intellettuali alla Pacifici? Uscite dalla vostra contraddizione.
Perché se non sono cattivi loro, nel farlo, allora non lo siamo neanche noi, nel volerlo fare.

3 Comments

  1. Werner novembre 25, 2012 9:08 pm  Rispondi

    No no, guarda che gli ebrei rispetto alla questione di Israele sono molto identitari, è qui nell’Europa cristiana che sono cosmopoliti e xenofili. Considera che loro per bilanciare l’espansione demografica della popolazione araba, hanno fatto ricorso alla massiccia immigrazione di ebrei provenienti da altre parti del mondo, in particolare dall’ex URSS, dove tra l’altro la componente ebraica è ormai scomparsa per questo.

    E’ come se l’Italia, adottasse un immigrazione costituita da soli elementi italici provenienti dall’America latina, i discendenti degli antichi migranti. Lo potrebbe fare visto che nel mondo vi è un serbatoio di circa 70 milioni di oriundi, basterebbe farne venire almeno 20 milioni in 10 anni, e così, da un lato l’andamento demografico migliorerebbe, e dall’altro l’identità del nostro paese è salva: ma sappiamo benissimo che questa cosa non succederà mai, quindi fantastichiamo un po’ che non costa nulla, almeno quello.

  2. Hesperia novembre 26, 2012 11:28 pm  Rispondi

    Siete degli illusi. Mi spiace ma tutto il post è pieno di illusioni identitarie che a noi non sono e non saranno mai concesse. Quello che applicano gli israeliani si chiama suprematismo ed è il corollario del sionismo di Herzl.
    Ma davvero pensate che i suprematisti possano concedere ad altri popoli di sentirsi altrettato “superiori” così come ci si sentono loro? Loro sono il popolo eletto e tutti gli altri popoli devono riconoscergli questo diritto “divino”. Ergo i Pacifici e qualche rabbino ve li troverete qui a darvi dei “razzisti” se solo osate far sgombrare un campo nomadi. E non importa che replichiate che gli zingari sono dediti al furto, all’accattonaggio, alla prostituzione minorile e a fare incetta di rame dalle centraline dei treni., mettendo a rischio la vita dei passeggeri.
    Ma da loro, allora? Et si omnes ego non.

    • Antonella novembre 27, 2012 10:49 am  Rispondi

      devi ammettere però che sono anche il popolo piu odiato al mondo

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