Procreazione, le madri di bambini in provetta potranno disconoscerli
Alle madri di bambini nati con la procreazione assistita stesso diritto di quelle che hanno avuto una gravidanza naturale
In commissione affari sociali avvolto un emendamento Idv che modifica la legge 40
Procreazione, le madri di bambini in provetta potranno disconoscerli
Alle madri di bambini nati con la procreazione assistita stesso diritto di quelle che hanno avuto una gravidanza naturale
Le madri che hanno avuto un figlio in provetta potranno disconoscerlo, al momento della nascita, così come già avviene per le donne che lo danno alla luce al termine di una gravidanza naturale. Lo prevede un emendamento approvato dalla commissione Affari sociali della Camera che modifica la legge 40, sulla procreazione assistita.
L’EMENDAMENTO – La commissione sta esaminando una legge che contiene misure a sostegno della segretezza della gravidanza. A questo disegno di legge Antonio Palagiano (Idv) ha presentato un emendamento che modifica la legge 40, nel punto che vieta il disconoscimento del bambino alle donne che hanno una gravidanza a seguito della fecondazione assistita (l’articolo 9, comma 2). Il presidente della commissione, Giuseppe Palumbo (Pdl), ha espresso parere positivo all’emendamento e tutti i gruppi hanno votato a favore, con l’esclusione della Lega.
Lo chiamano “progresso”. E’ una landa desolata di vizi, e di viziosi che hanno un’unica regola: l’irresponsabilità delle proprie azioni.
E’ questo che unisce antirazzisti, omofili e idolatri dei diritti civili nella loro orgia verso l’entropia sociale: la “irresponsabilità delle proprie azioni”.
Ma si, prima concepiamoli in provetta perché vogliamo un figlio – e va bene – poi congeliamoli, perché non è il momento – e non va bene – e infine, se così ci gira, disconosciamoli alla nascita. Il massimo dell’egoismo, “non lo voglio più, lo rendo”. E’ la modernità, bellezza. E fa piuttosto schifo.
E’ l’epoca dell’oggettificazione di tutto, anche degli esseri viventi, non poteva mancare il bambino prodotto da rendere: del resto, oggi, l’unico diritto che conta è quello del “consumatore”. Siamo consumatori, non siamo più uomini.
Tutto quello che ci circonda deve avere un prezzo e un’utilità. E se non ci piace, lo buttiamo via.
Non per nulla, è una proposta di quegli arraffoni dell’Idv, quando non si ha morale, non la si ha in tutti i campi.
E ovviamente tutti gli pseudo-cattogli di Pd-Pdl-Udc subito hanno appoggiato l’iniziativa – non dicono nulla i vari vescovi che vogliono farci adottare “uno zingaro per nuno”? – con la scusa che il “disconoscimento già vale per le gravidanze naturali”. Non hanno pensato un intervento in senso opposto, togliere questa oscena possibilità anche laddove oggi è possibile. No.
Li chiamano “diritti”, sono crimini.