L’AMMINISTRAZIONE VICENTINA COLPISCE ANCORA: DOPO IL “PROFUGO” SPACCIATORE AIUTATO DAL COMUNE, ECCO GLI ZINGARI MILIARDARI
Dopo il blitz che ieri ha svelato come il Campo Nomadi di Vicenza sia – non diversamente da tutti gli altri sparsi in Italia del resto – un covo di criminali e parassiti, ci si chiede perché non venga smantellato.
Erano i primi di maggio 2008 quando Achille Variati, appena eletto, annunciava la «tolleranza zero» contro chi non rispettava le regole all’interno dei campi nomadi. Sono passati più di quattro anni, nessuno è stato espulso, e l’amministrazione è a novanta gradi.
L’assessore al sociale Giuliari conferma che fino a questo momento «nessuno è stato allontanato».
L’azione dei militari ha portato a sette arresti e quattordici denunce, ma secondo l’assessore «servono informazioni più precise sugli effetti dei blitz, per capire se ci sono persone che hanno infranto le regole dei campi di Vicenza. Seguiremo l’iter di condanne». Ridicolo.
Ricordiamo, che l’assessore sopra citato è lo stesso che perora la causa dei sedicenti profughi ospitati nel suo Comune. Vuole che la loro permanenza a 45€ al dì in Italia, venga resa “eterna”.
Profughi come Elvis David, che con il permesso umanitario spacciava nella città dell’assessore.
Tornando al Campo Nomadi dello scandalo, si viene a sapere che nello stesso, regolare e finanziato dal Comune, c’era, o meglio c’è, l’anziana che non aveva mai lavorato, che all’Agenzia delle entrate risultava nullatenente e che, però, poteva permettersi di pagare (ovviamente in contanti ) 99 mila euro per una Porsche Panamera. C’era chi arrivava al distributore di benzina con un camper Elnagh nuovo fiammante da 77 mila euro. E poi, ancora, c’era un indagato che guidava un’Audi All Road che costa “solo” 50 mila euro. E poco importava se quei bolidi consumavano parecchio, visto che i rifornimenti erano gratis. Le telecamere piazzate dai carabinieri al distributore hanno ripreso una sfilza di macchine lussuose. Si usava il bancomat rubato, si digitava il pin e poi via a fare il pieno a più auto possibili o a riempire taniche per avere le scorte pronte a casa. Ma le auto non erano l’unico lusso che si concedevano alcuni degli arrestati e denunciati. Ieri mattina i carabinieri si sono trovati di fronte a case mobili a “cinque stelle”, dotate di impianti tecnologici ed informatici all’avanguardia. C’erano stereo, televisioni, computer appena lanciati sul mercato e di marche costosissime, mobili griffati e stanze super accessoriate. «È chiaro – ha spiegato durante la conferenza stampa il colonnello Michele Sarno – che molte delle persone indagate, la maggior parte delle quali sono volti noti alle forze dell’ordine, avevano un tenore di vita decisamente superiore alle loro possibilità. Risultavano nullatenenti eppure spendevano cifre esorbitanti come se niente fosse».
Ma all’assessore al sociale, “servono informazioni più precise”.
[…] Insomma, metà sono delinquenti e l’altra metà non lo sono solamente perché parassiti. Ma come sappiamo, l’assessore Giuliari ha bisogno di “più informazioni”. […]