J. Philippe RUSHTON 1943-2012

Ha lasciato questo mondo, J. Philippe RUSHTON, grande scienziato, quarto e attuale presidente del Fondo Pioneer (un fondo che finanzia le ricerche “scomode” che non trovano finanziamenti pubblici), era nato nel 1943 a Bournemouth, Inghilterra.
Ha ricevuto tutti i suoi gradi presso l’Università di Londra, tra cui un dottorato di ricerca in psicologia sociale presso la London School of Economics and Political Science. E’ autore di 5 libri e oltre 200 articoli scientifici pubblicati su riviste peer-reviewed. Rushton è un membro della John Simon Guggenheim Memorial Foundation, l’Associazione Americana per l’Avanzamento della Scienza, e delle Associazioni americane, britanniche e canadesi di psicologici.
Egli è anche membro della Behavioral Genetics Association e della Society for Neuroscience. Rushton ha riassunto la sua ricerca per le riviste di opinione come la libertà, la National Review, Insight e il Washington Times sul News, e discusso in talk show televisivi come Donahue, Geraldo Live e Connie Chung.
La sua opera maggiore è Race, Evolution, and Behavior, che è stato in classifica sul New York Times Book Review del 16 ottobre 1994, tradotto in giapponese, e è giunto alla sua 3 ° edizione integrale, così come in una edizione abbreviata e un audio libro. Il Professor Rushton ha iniziato la sua carriera con la ricerca alla base dell’ altruismo. La questione del perché un individuo aiuti un altro: di conseguenza, si espose al rischio delle polemich, afrrontando le teorie evolutive dello sviluppo umano.
Nei primi lavori, Rushton si concentra nello studio dell’altruismo nei bambini dai 7 agli 11 anni. Dopo aver scritto un libro, Altruismo, Socializzazione, e Società (1980), che ha esaminato l’influenza della famiglia, il sistema educativo, e dei mass media, ha ampliato la sua prospettiva, includendo fattori genetici, sociobiologici e comportamentali. Ha poi analizzato il registro dei gemelli dell’Università di Londra, scoprendo che, le differenze individuali in empatia sono per circa il 50% ereditabili, così come le differenze individuali nell’aggressività e nella criminalità, alcuni delle quali ha scoperto essere mediate dal testosterone.

Lo studio di genetica comportamentale e sociobiologia ha portato Rushton ad esplorare il dilemma del perché, in tutto il mondo naturale, “uccelli dello stesso piumaggio volano insieme”, ovvero perché, membri della stessa discendenza “fanno gruppo”.
Ha scoperto che i geni sono decisivi nell’inclinazione delle persone a sposarsi, fare amicizia, associarsi, e aiutare gli altri.
In genere, gli individui imparano a individuare e preferire i membri del loro gruppo etnico, piuttosto che altri, in gran parte per ragioni genetiche.
La Teoria della somiglianza genetica di Rushton ha ampliato la teoria della selezione di gruppo per l’altruismo (un teorema fondamentale della sociobiologia) spiegando perché questo fattore è così potente nelle relazioni umane e fornendo una spiegazione per l’etnocentrismo e la concorrenza etnica. L’altruismo segue linee di somiglianza genetica al fine di replicare i geni in modo più efficace, la xenofobia emerge come l’altra faccia dell’ altruismo umano.
Si preferisce il simile rispetto al diverso: il consanguineo rispetto all’estraneo.
Questo ha condotto Rushton ad esaminare anche le differenze razziali. In nuovi studi e pubblicazioni a livello mondiale, ha documentato la differenza nella dimensione cerebrale, nei comportamenti sessuali, nel tasso di maturazione biologica, nel livello di conformismo sociale e nell’organizzazione tra Africani, Europei ed Est-Asiatici. Per spiegare questo modello ha proposto una teoria basata sull’evoluzione genetica, nel suo libro Race, Evolution, and Behavior (1995).

2 Comments

  1. PCR ottobre 5, 2012 10:08 pm  Rispondi

    Rushton proveniva dalle scienze sociali, era psicologo e sociologo di formazione, ignorava la genetica e in modo particolare la genetica molecolare e evoluzionista. Mai nessun genetista serio e degno del nome ha preso in minima considerazione, se non per demolirli, i lavori pseudo-scientifici di questo “intellettuale organico” al razzismo, cui ha, vanamente, cercato di conferire una impossibile verniciatura scientifica. Un utile idiota prestato a un’ideologia ripugnante. Amen.

    • admin
      admin ottobre 6, 2012 12:16 pm  Rispondi

      “Mai nessun genetista serio e degno del nome ha preso in minima considerazione, se non per demolirli, i lavori pseudo-scientifici di questo “intellettuale organico” al razzismo”

      Se lei non considera lo scopritore stesso del Dna, Watson, un genetista serio, sono problemi suoi e del suo equilibrio mentale.
      Gli studi genetici moderni e gli studi sul cervello non fanno che confermare ampiamente, gli studi empirici di Rushton che analizzeremo in successivi articoli.

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