Nell’America di Obama lo sport preferito dagli adolescenti negri, ora definiti “afroamericani”, è il pestaggio di donne anziane bianche.
Meglio se disabili, come nell’ultimo scioccante video che sta facendo il giro del web.
Nel secondo video in basso, che “merita” di essere visto totalmente, tre ragazzine, in realtà più bestie che ragazzine, assalgono e picchiano con violenza inaudita un’anziana disabile. Fosse accaduto l’inverso, fosse stata l’anziana una “afroamericana” e gli assalitori dei giovani bianchi, la canea dell’antirazzismo globale si sarebbe scatenata e avrebbe dato vita al solito piagnisteo del “razzismo dilagante”. Invece, nulla.
E che dire di quest’altro assalto bestiale, nel quale un branco di “afroamericani” aggredisce e massacra un ragazzo perché aveva “invaso il loro territorio”?
La segregazione razziale smantellata dall’ipocrita egalitarismo moderno, traeva la sua ragion d’essere proprio nell’evitare situazioni del genere. Proteggeva i membri più deboli della società dall’aggressività di individui non civilizzati. Incivilizzabili.
Mandereste vostra figlia sola, di notte, in un autobus con tutti Africani a bordo? Non lo fareste, anche se vi chiamate Gad e non lo ammetterete mai.
L’unico modo di sopravvivere alla società multietnica è “l’autosegregazione” ampiamente praticata negli Usa: quartieri chiusi, con guardie private e costi impossibili per le “minoranze”. Ma impossibili anche per i Bianchi non appartenenti alle classi privilegiate: è il tradimento delle élites, dal Sudafrica all’America, passando per l’Europa.
E rimanendo indietro, non potendosi permettere una casa nei “quartieri alti”, si viene risucchiati nei quartieri neri e ispanici. Dove poi, capita di essere massacrati.
Ma di questo i media televisivi non parlano altrimenti “è razzismo”.