Faisalabad (AsiaNews) – Un nuovo caso di violenza sessuale di gruppo ai danni di una minorenne cristiana in Pakistan. Uno stupro avvenuto in pieno giorno, per ore, in un’abitazione privata dove tre giovani musulmani – tutti sotto i 30 anni – hanno abusato di una ragazzina indifesa. Una vicenda, sottolinea p. Bonnie Mendes ad AsiaNews, che testimonia “l’impotenza dei poveri in Pakistan”, che traspare “in tutta la sua evidenza in vicende come quella della violenza sessuale ai danni di Shumaila”, consumato il 20 settembre scorso, ma emerso solo ora dalle cronache. Una vicenda analoga a quella occorsa il 4 settembre – sempre a Faisalabad – quando un 60enne mercante musulmano ha stuprato una ragazzina cristiana di 10 anni. Episodi che confermano l’aumento di attacchi contro i minori nel Punjab, come testimonia una ricerca di Society for the Protection of the Rights of the Child (Sparc), relativa ai primi cinque mesi del 2012; nella provincia si sono registrati 122 casi di violazioni: fra questi, almeno 40 a sfondo sessuale, 14 omicidi, 22 rapimenti, 14 pene corporali, 6 matrimoni forzati e 13 morti per mancanza di cure mediche di base.
Shumaila Masih, originaria di Chak 226, a Samundari, nel distretto di Faisalabad (Punjab), è la più grande di quattro figli di una povera famiglia cristiana. La mattina del 20 settembre scorso la ragazza si è diretta verso la casa di un ricco musulmano, dove la madre lavora come domestica, per avvertirla della visita improvvisa di alcune persone. Nel tragitto ha incontrato tre giovani musulmani – Iftikhar Hussain 27 anni, Shahid Munir 30 anni e Muhammad Imran – che hanno cercato in un primo momento di convincerla ad andare con loro. Al rifiuto opposto, i tre l’hanno prelevata con la forza e rinchiusa nella casa di Iftikhar Hussain, violentandola a turno per ore. Il rapimento è avvenuto alle 11 del mattino, in piena luce, ma nessuno è intervenuto per salvare Shumaila, nonostante le urla disperate e le richieste di aiuto. Verso le 5 del pomeriggio il padre Manzoor Masih, assieme a due cugini, ha iniziato le ricerche della ragazza non vedendola a casa. Passando accanto alla casa ha udito le grida e ha fatto irruzione. Alla vista dell’uomo i tre giovani musulmani sono fuggiti, lasciando Shumaila nuda e dolorante sul letto.
Ma si, facciamoli entrare in Europa, questi giovani virgulti islamici che tanta considerazione hanno dell’animo femminile.
Quello che deve essere compreso è che, la violenza e il disprezzo delle popolazioni islamiche per la femmina, non è un mero frutto “religioso”. Non è l’Islam che ha imposto il suo modello su questi popoli, ma è su pratiche pre-esistenti in queste regioni del mondo che si è innestato. L’Islam è l’espressione socio-religiosa di aspetti biologici profondi. L’Islam e il suo pensiero retrivo si è imposto dall’Africa all’Asia perché le condizioni erano favorevoli al suo sviluppo. Le religioni non sono che la manifestazione di comportamenti ancestrali dei popoli.
L’Islam è il software attraverso il quale l’hardware, i popoli, esprimono se stessi. Non è quindi possibile “integrare” gli Islamici, come non è possibile far volare un tonno. La loro natura intrinsecamente “asiatica e africana” non può essere mutata attraverso conversioni o “occidentalizzazioni”, al massimo camuffata. Per breve tempo.
Ovviamente, il Pakistan dove si stuprano le “infedeli” è un alleato dell’Occidente, mentre la Siria del cripto-cristiano Assad, che gli “infedeli” protegge, è un nemico. Misteri e schizofrenie moderne.