CIMADOLMO. Erano arrivati per fare razzìa e fuggire, forse come avevano già fatto in altre abitazioni della zona nei giorni prima. Invece in casa hanno trovato una donna, e la situazione è degenerata.
Quella subita dalla famiglia di Angelo Dal Tio,a Cimadolmo, è stata una brutale rapina. I malviventi, forse tre, arrivati nel buio di una notte d’estate, una volta all’interno dell’abitazione hanno trovato davanti a loro la moglie del noto imprenditore di Cimadolmo – titolare de La Tiesse – ed invece di fuggire hanno reagito con violenza. L’hanno picchiata e immobilizzata, poi hanno iniziato a setacciare la casa tenendo la donna sotto lo scacco delle minacce. Impossibile non ritornare con la mente al dramma di Gorgo al Monticano, alla rapina finita della tortura che ha ucciso i coniugi Pelliciardi; la rabbia della banda sembra sia stata simile, ma non si è lasciata fortunatamente alle spalle altre vittime.
I malviventi, stranieri, erano arrivati nella villetta dell’imprenditore approfittando del fatto che l’uomo fosse a cena fuori. Dal Tio infatti era seduto al tavolo della cena aziendale organizzata da tempo con dipendenti e responsabili, ma non era andato accompagnato. Per sua moglie il terrore è durato ore, tutto il tempo trascorso dall’ingresso in casa della banda, che pare sia stata anche ripresa dalle videocamere di sicurezza, fino al ritorno a casa dell’imprenditore che l’ha liberata ed ha immediatamente chiamato i soccorsi. Lo choc subito dalla donna è stato fortissimo, ma sconvolto è anche il marito, molto conosciuto in zona sia per la fortuna della sua azienda – La Tiesse, specializzata in pellet – che per l’impegno sociale con la Onlus La Piave, e quello sportivo (è vicepresidente della Lia Piave).
Dopo aver messo sottosopra l’abitazione i malviventi osno fuggiti con oggetti di valore e –pare – contanti. Impossbile fare il bilancio dell’accaduto perché dall’abitazione e dalle forze dell’ordine non trapela alcuna indiscrezione. Sul caso stanno lavorando i carabinieri del nucleo operativo, impegnati a capire se la banda possa essere la stessa che ha colpito alcune settimane fa a casa del sindaco di San Polo Vittorio Andretta, e che potrebbe essere responsabile anche della brutale aggressione avvenuta a fine giugno ai danni di Maurizio Bassetto, 69 anni, titolare del rinomato «Ristorante da Maurizio» sulle Grave di Papadopoli, sempre in zona Cimadolmo. L’uomo venne fermato fuori dal locale, picchiato e derubato. C’è un collegamento tra tutti questi colpi? È una delle piste. Nella villetta della famiglia Dal Tio sono stati eseguiti anche alcuni rilievi scientifici alla traccia di elementi utili a identificare la banda. La famiglia nel frattempo pare si sia già rivolta a un legale. Sulle indagini, ad oggi, non trapelano elementi.
E’ uno dei tanti avvenimenti fotocopia che avvengono in Italia, soprattuto nelle zone ricche del paese, quelle ad alta concentrazione di immigrati. In particolare queste rapine senza scrupoli sono all’ordine del giorno nel Nordest, ma pare, questo non generi alcun dibattito sul tipo di sviluppo economico che ne e’ all’origine.
E’ di questo che vogliamo parlare.
Ci chiediamo quante rapine di questo genere, quante aggressioni gli imprenditori veneti dovranno subire, per iniziare a mettere in discussione il proprio modello economico ad alta intensità di manodopera immigrata a basso costo. Quanto si e’ disposti a rischiare (la propria vita e quella propri cari) nella rincorsa al guadagno? Vale la pena, per qualche euro, anche qualche milione di euro, barricarsi in casa la notte come in fortini medievali per ripararsi dalla furia della società low-cost che si e’ creata?
Perchè c’è un ovvio legame tra la criminalitá e l’immigrazione: i rapinatori non saranno, magari, gli immigrati assunti dagli imprenditori, ma saranno sicuramente parenti di questi o truppe cammellate al seguito attratte dalla presenza di loro connazionali, mimetizzati tra i loro connazionali.
E allora perchè non ripensare questo modello di sviluppo, nel nordest e in tutta Italia: non piú imprese ad alta densità di manodopera scadente, che genera una società diseguale e frammentata, ma ad alto contenuto tecnologico.
Questo pero’ lo si puó ottenere solo bloccando l’immigrazione e non, con le tecniche criminali e suicide alla Riccardi delle sanatorie. Non e’ dando via libera agli sfruttatori che si permette agli imprenditori lungimiranti di investire in tecnologia piuttosto che in lavoratori low-cost: certi investimenti necessitano di uno iato di qualche anno prima di generare frutti, e se nel frattempo si subisce la concorrenza schiavile, questi frutti non arriveranno mai.
Ma devono essere gli stessi imprenditori ad alzare lo sguardo verso un orizzonte che vada oltre l’interesse monetario immediato, e che guardi, non solo al guadagno economico, ma che metta in conto anche i danni sociali che questo comporta. Alla società nel suo insieme e all’imprenditore stesso.
Che pensi, non solo a qualche euro in più di utile, ma anche, se valga la pena inseguirlo ossessivamente perdendo se stessi e distruggendo l’ambiente che lo circonda.
Vale la pena?
L’imprenditore veneto non vive sulla Luna, vive nello stesso territorio che ha contribuito a rendere insicuro; per lui non vale quello che vale per i menagers delle multinazionali: e’ suo interesse bilanciare guadagno e impatto sul territorio. Che senso ha, aumentare la resa della propria impresa, se poi, questo comporta un peggioramento della propria qualità della vita?
E questi sono i motivi che rendono noi identitari nemici delle multinazionali: perchè sono impersonali. Perchè non vivono sulla loro pelle i danni che causano alla società che le ospita. Ne traggono solo i benefici. Succhiano il nettare e sputano il frutto.
Ma gli imprenditori di cui parliamo, sono vittime della propria incapacità di guardare oltre il proprio naso.
Magari votano Lega e non vorrebbero immigrati vicino alle loro case, però li assumono. Votano Lega e non vorrebbero le loro figlie frequentassero i figli degli immigrati, però assumono i loro genitori. Autolesionisti.
Fate la vostra scelta. Scegliete con chi schierarvi.
L’uno e l’altro non si può avere.
hai detto bene…”Magari votano Lega e non vorrebbero immigrati vicino alle loro case, però li assumono” Leggendo l’articolo ho pensato la medesima cosa. Loro, gli imprenditori sono la causa di tutto ciò, volevano manodopera a basso costo, hanno favorito e fatto pressione sui vari governi che si sono succeduti affinchè gli extracomunitari entrassero liberamente nel nostro Paese e avessero tutte le agevolazioni del caso. Ma non hanno pensato alle conseguenze che il loro folle piano avrebbe creato. la delinquenza extracomunitaria dilaga, e a noi viene tolto perfino il sangue per mantenere questa gentaglia
“…. magari votano Lega…” senza nemmeno rendersi conto che sono stati proprio i ministri leghisti a farli entrare.
Saluti
Vale la pena, per qualche euro, anche qualche milione di euro, barricarsi in casa la notte come in fortini medievali per ripararsi dalla furia della società low-cost che si e’ creata?
io invece vorrei sottolineare questa frase: medioevo. Proprio questo è il modello sociale della globalizzazione, sembra un paradosso. Gli stati nazionali e gli organi elettivi non contano nulla, contano astratte potenze economiche, ma sul campo è possibile lasciare ai piccoli potenti locali la loro fetta di potere o pseudotale, per incoraggiare e soddisfare il loro orgoglio. La via non è mai solo economico, alla fine l’economia è solo un modo diverso di chiamare il potere.