Stupefacente. Non c’è altro termine che può descrivere l’assoluta mancanza di reazione da parte del mondo che, convenzionalmente, viene definito “sinistra”. Ma non solo.
Nessun grido allarmato di discriminazione sessuale si è levato dalle, solitamente, starnazzanti suffragette de “se non ora quando”. Il silenzio assoluto.
E i giornali? Hanno fatto a gara nell’evitare di commentare. Non un opinionista, si è sentito in dovere di scrivere alcunché.
Ci riferiamo a quanto avvenuto all’hotel Danieli di Venezia, dove un facchino immigrato ha ottenuto di essere riassunto, non ostante il suo rifuto di prendere ordini da una donna e, addirittura, per “andare incontro” alle sue richieste, la donna è stata rimossa dall’incarico e sostituita da un uomo.
Facciamo un gioco. Cambiamo ruoli e personaggi della scena: il facchino non è più un immigrato islamico, ma un Italiano identitario, e il suo “capo”, non è la donna della realtà, ma un Africano. Ecco, ora immaginate il facchino che “esige” di prendere ordini solo da un suo connazionale: l’hotel Danieli lo avrebbe accontentato? E se lo avesse fatto, quale canea scellerata si sarebbe levata dai soliti buzzurri del giornalismo nostrano? Quante marcette di figli di papà avrebbero circondato l’albergo veneziano? Lerner avrebbe certamente scritto un articolo, contro il “pericoloso razzismo dei facchini italiani” e subito, il ministrello dell’integrazione, l’Unar e altre inutilità esistenti, avrebbero perseguitato facchino e hotel. Invece, il facchino è un immigrato e il suo “capo” è solo una donna, quindi, nulla di tutto questo è accaduto.
E questo ci permette di ampliare il discorso che avevamo iniziato con questo articolo :http://identità.com/blog/2012/07/22/dal-socialismo-allomosessualismo/ , nel quale mettevamo in luce il tradimento degli ideali socialisti da parte della “sinistra moderna”, e l’approdo di quest’ultima, ad una visione del mondo libertina e liberista. Detto rozzamente: fanculo gli operai, viva i gay.
Ecco, questa era solo una parte, del viaggio ideologico della ormai ex-sinistra sociale. C’è un’altro abbandono da mettere in evidenza: quello dell’universo femminile che la sinistra moderna blandisce solo quando può servirsene come “disgregatore” sociale, ad esempio nei temi di presunti diritti come l’aborto, ma che, in sostanza, ha abbandonato per servire altri feticci.
E il feticcio eretto a nuovo “dio”, oltre il già citato “omosessuale”, è l’altro per eccellenza: l’immigrato.
In nome di questo nuovo dio da servire, si possono bene sacrificare gli idoli ormai caduti del “femminismo”. E la frase più ricorrente sulle bocche dei sacerdoti di questa nuova religione è: “è la loro cultura”. Un immigrato pesta la moglie perché non indossa il velo? E’ la loro cultura.
Un facchino rifiuta gli ordini da una donna? E’ la loro cultura.
Il Corrierino, in un bizzarro blog solitamente impegnato in uno stucchevole e consunto femminismo, arriva persino a chiedersi se: “gli uomini provenienti da un contesto culturale misogino, vadano compresi nel caso rifiutino ordini da una donna”.
In nome di questa ideologia, effetto secondario di una patologia autolesionista e nichilista, si possono abbattere tutti i diritti che prima si ritenevano primari. Donne, preparate il burka.
Vorrei che a queste domande fossero date una risposta. Una risposta da chi ha taciuto, da chi invece inveisce e minaccia il tintinnar di manette se non ci adegua alla donna, all’immigrato, al transessuale, e via dicendo.
Noi ci adeguiamo, e rispondiamo delle nostre azioni, ma perché dall’altra parte nessuno risponde a domande legittime? Perché sempre e comunque due pesi e due misure?
In realtà di misure, ne avete colmate parecchie.
Ma sapete cosa mi infastidisce di più? non è solo il leggere di simili notizie ma la supponenza di certi giornalai, che non meritano il nome di giornalisti, intellettualodi che per aver fatto un corso di filosofia con 18 pensano di essere Kant redivivi e via dicendo, tutti con la verità in tasca, tutti con il Giusto in tasca, e guai a contraddirli, guai a mettere in forse i loro dogmi. Gente che di solito dice di detestare la chiesa proprio per gli stessi motivi, gente che odia gli intolleranti, ma che è intollerante come e peggio di quelli che accusa esserlo.