Stupro di gruppo a Roma: Tunisino violenta, giornalisti fanno il ‘palo’

 

Dopo la drammatica aggressione di cui e’ stata vittima una turista a Roma, i semiologi dovrebbero coniare un neologismo: lo ‘stupro consensuale’ . Trattasi, di una nuova forma di corteggiamento importata dalle lande brulle del Nordafrica: in sostanza, secondo  i media di distrazione di massa, ormai profondamente preparati nella interpretazione delle tradizioni altrui, rivolgere la parola al Maghrebino, significa dare il proprio assenso allo stupro. Quello che accade dopo,  e’ precisa volontà di quella che, un tempo, noi retrivi razzisti avremmo definito ‘vittima’ . Abbandonando il tono paradossale, quella andata in scena qualche giorno fa e’ stata una disgustosa pantomima, nella quale gli organi di stampa hanno recitato la parte  peggiore:  quella della dis-informazione cosciente, rispetto ad un avvenimento  la cui interpretazione lasciava dubbi, solo al piú accanito degli xenopatici.

LA SCENA – Una ragazza trovata semi-svenuta per strada, con ecchimosi e ferite sul corpo: piena di sangue.

La cosa piú grave e’ come, in un primo momento, anche gli investigatori, evidentemente ‘terrorizzati’ dalle possibili accuse di razzismo,  abbiano dato credito alla bizzarra ricostruzione dello stupratore tunisino che, ricordiamolo e’ si indagato, ma in libertà. La ragazza australiana e’ stata stuprata due volte. La prima, dal meticcio africano; la seconda, dai suoi amichetti pennivendoli.  Violata nel corpo e nell’anima.

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