In Italia se ne è parlato molto poco, probabilmente perché non rientra nei canoni del mondo-come-lo-immaginano-gli-xenofili, ma negli ultimi giorni Israele, soprattutto la città (laica) di Tel Aviv, è stato teatro di violente manifestazioni contro la presenza di immigrati africani[nbnote ]http://www.haaretz.com/news/national/hundreds-demonstrate-in-south-tel-aviv-against-illegal-migrants-1.432228[/nbnote].
Israele, come accade ai paesi europei, è vittima di una massiccia immigrazione clandestina lungo i suoi confini con l’Egitto. Ultimamente, l’impatto di “profughi” sudanesi, e conseguenti crimini violenti, è stato numericamente devastante, similare a quello dei Tunisini in Italia. Questo ha provocato la rabbia popolare che si è espressa in proteste contro la loro presenza.
Cosa chiedevano le folle che si sono radunate nelle strade della più moderna tra le città israeliane? Il rimpatrio degli immigrati. Esattamente quello che chiediamo noi, qui, oggi. E ci sono stati scontri violenti con la polizia e una sorta di “caccia al negro” dettata dall’esasperazione.
Noi non possiamo che simpatizzare per chiunque voglia difendere l’integrità territoriale ed etnica del proprio Paese, vorremmo però che, nei nostri confronti, venisse utilizzata la stessa, come dire, “delicatezza” che gli intellettuali hanno saputo mostrare davanti alle dimostrazioni anti-immigrati degli Israeliani: perché, se in Europa si chiede lo stop dell’immigrazione, si viene tacciati di “razzismo”, mentre questo non accade, e giustamente non accade, se la stessa identica cosa avviene in Israele?
Qual è l’origine di questo “doppiopesismo” morale?
Negli stessi giorni, in Grecia, per ragioni del tutto simili, dei cittadini hanno protestato a Patrasso: quei patrioti sono stati definiti “nazisti”. E’ evidente che i giornalisti avrebbero una qualche difficoltà, nell’appellare con lo stesso aggettivo degli Ebrei, ed è forse per questo che hanno evitato anche solo di sfiorare l’argomento “TelAviv”.
La stessa organizzazione antirazzista “AntiDefamationLeague”, ha sì condannato le proteste israeliane, ma con un tono del tutto diverso dal solito: quasi un rimprovero al bambino discolo, un buffetto[nbnote ]http://isteve.blogspot.it/2012/05/abe-foxman-speaks.html[/nbnote].
Se manifesti contro l’immigrazione a Patrasso sei “nazista”, se lo fai a Tel Aviv sei, parole della ADL, “esasperato”. La contraddizione è evidente.
E’ ovvio a tutti , almeno a coloro che non temono di dire ciò che è “vero”, come Israele sia l’unico paese a potersi permettere la “difesa” della propria esistenza come entità “etnica”: cosa proibita, culturalmente e legalmente, alle Nazioni europee.
Questa sorta di “privilegio” ha un’evidente relazione con le vicende della Seconda Guerra Mondiale, i cui avvenimenti consentono loro, se accusati di essere razzisti, l’uso della “wildcard”.
Ecco, tutto questo deve finire. Nel senso che difendere la propria terra, non deve essere un “privilegio”, ma un diritto sacrosanto di ogni popolo. Qualunque sia il suo passato, qualunque sia il suo presente.
Quindi, Israele e il suo popolo hanno tutto il diritto di sbattere fuori i “profughi” sudanesi dalle loro città, ma lo stesso diritto lo abbiamo noi Italiani, noi Tedeschi, noi Francesi. E’ tempo di esercitare questo diritto.
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Caro Admin, i miei complimenti per l’accuratezza e profondità dei tuoi articoli e per avere la capacità di parlare fuori dal coro degli euro-beoti.
Continua così, sei un punto di riferimento per i veri italiani e, prima o poi, faremo questa benedetta riscossa…
C’è un piccolo particolare, però, al riguardo di “Israele”: quella terra è la Palestina ed appartiene ai palestinesi, non ad una setta ideologica che, a vantaggio delle grandi potenze, ne ha fatto “lo Stato degli Ebrei”. Lì, gli unici che avrebbero diritto a protestare contro l’immigrazione, sono i palestinesi!