(ANSA) – WASHINGTON – I vertici di Starbucks, la piu’ famosa catena di caffe’ in America, appoggia apertamente le nozze gay. Il vicepresidente della compagnia che ha il suo quartier generale nella progressista Seattle, Kalen Holmes ha dichiarato di essere favorevole alla legge appena approvata dallo stato di Washington che autorizza il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Assieme a Starbucks, tante altre importantissime aziende del calibro di Google, Amazon, Microsoft e Nike hanno appoggiato la legge.
Quando le varie confraternite di
culattoni omosessuali si lamentano delle presunte discriminazioni di cui sarebbero oggetto, bisognerebbe ricordare loro che tutte le multinazionali e lobbies, sono schierate dalla loro parte. Li finanziano, li appoggiano e li “blandiscono”. Non perché amino i gay e le loro pratiche, ma perché sono funzionali all’obbiettivo che queste lobbies globaliste hanno.
La finanza globale ha compreso benissimo che, liberismo economico e libertinismo sociale sono tessere del medesimo puzzle. E l’uno, accellera e rinforza l’altro.
In questo contesto è ovvio che i ricchi capi delle multinazionali appoggino il matrimonio omosessuale: per loro è solo un’altro passo nell’indebolimento dei legami sociali. Indebolimento che si riverbera nella frammentazione dei corpi intermedi della società, favorendo il dominio del “profitto” sull’Uomo.
E veniamo a due temi che potrebbero apparire scorrelati tra loro e che, tra loro sono invece profondamente legati: divorzio breve e articolo 18.
Su questi due argomenti ci sono visioni contrapposte, pro e contro, ma curiosamente, gli schieramente che appoggiano l’istituzione del divorzio breve, sono gli stessi che vorrebbero il “lavoro per sempre”, mentre i favorevoli all’abolizione dell’articolo 18 sono tra i meno entusiasti del divorzio breve.
E’ sconvolgente come molti non comprendano la correlazione che unisce l’entropia dei valori morali a quella del mercato del lavoro: come si può pensare di “conservare” l’idea della coesione in ambito lavorativo, quando si lavora alacremente per distruggere quella nel campo dei sentimenti?
Come si pensa di coniugare l’idea che una relazione lavorativa debba essere “eterna”, con quella del matrimonio usa e getta? Come ci si può lamentare della precarizzazione del mondo del lavoro, quando la stessa precarietà la si vuole imporre nei rapporti umani?
Gli uni e gli altri, i fanatici del liberismo che vorrebbero proteggere i valori morali, e gli apologeti del libertinismo che vorrebbero difendere i diritti dei lavoratori, si mettano in testa che liberismo e libertinismo sono due aspetti del medesimo fenomeno. Non può esiste l’uno senza l’altro. Non si può proteggere l’uno, dagli effetti dell’altro.
E che essere a favore dell’uno e contro l’altro è una contraddizione “irrisolvibile”; o si è liberisti-libertinisti, alla Pannella per intenderci; o si è come noi, contro entrambe queste derive. Ma non si può essere Casinisti, ovvero contro l’articolo 18 e contro l’entropia morale; e non si può essere Vendoliani e per la tutela dei lavoratori.
Uscite dalla vostra contraddizione. O con noi, o con le multinazionali.