Questa foto spiega perché non esiste integrazione

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L’auto guidata da Khalid Masood ha appena travolto un gruppo di persone a Londra

L’integrazione in un’immagine. Mentre inglesi e turisti europei si affollano nel tentativo di salvare altri inglesi e altri europei, l’islamica cammina, indifferente alla sofferenza causato da un altro islamico. Perché il simile ama il simile.

Sia chiaro, non stiamo dicendo che goda delle sofferenza di chi la circonda, non tutti gli islamici sono brutali assassini, anche se una buona parte lo è, e non puoi sapere chi di loro lo sia: ma non è questo il punto. E sì, è probabile che la ragazza velata stia avvisando casa di stare bene, come subito detto da qualcuno: ma non è neanche questo il punto.

Il punto è che mentre gli altri corrono nel disperato tentativo di salvare vite, lei si preoccupa di se stessa. Chi le sta intorno le è indifferente. Ed è normale. La solidarietà etnica decade quando la società si diversifica. Soprattutto quando attraversi un punto di rottura.

Lo studioso Robert Putnam ha dimostrato con dati scientifici che più una comunità è “diversa” dal punto di vista culturale e razziale, più questa diviene non cooperativa ed emotivamente frammentata.

E’ evidente che i due studi sono complementari: l’arrivo di immigrati frammenta la società e la rende meno “solidale” e “cooperativa”, spezzandola lungo faglie etniche. Questa frammentazione conduce alla violenza.

Non è infatti naturale, “immolarsi” per chi non ha con noi alcun legame. E’ naturale invece, preservare la propria identità e chiunque con noi la condivida.
E’ una semplice legge evolutiva. Perché dovrei “favorire” un Africano piuttosto che un Amerindo rispetto ad un mio consanguineo?

Dal punto di vista evolutivo, morire in battaglia per Sparta aveva un senso biologico, perché coloro che sopravvivevano portavano avanti la discendenza biologica di cui anche “tu” morto, facevi parte. Ma morire in guerra per il Grande Re persiano non aveva senso, biologicamente parlando.

Oggi, stiamo creando una società nella quale, non solo, sarà orribile vivere, ma anche, per la quale non varrà la pena morire.

E questo senza tenere conto della ‘tipologia’ di diversificazione: è evidente che importare masse di giapponesi sarebbe sempre negativo dal punto di vista sociale e della cooperazione etnica, ma almeno non intaccherebbe il livello di QI che invece sta crollando in Europa con l’importazione di masse di Africani:

QIMONDO

Il futuro sarà roseo per la nazioni che si manterranno il più possibile omogenee. Per le altre sarà un inferno multietnico. Nel quale ognuno penserà a se stesso: perché il simile ama il simile.

1 comment

  1. ArnoldBS febbraio 16, 2018 1:58 pm  Rispondi

    Mentre il cristiano vede nel prossimo il “simile” (Ama il prossimo come te stesso!) il mussulmano subisce l´evento ed e´refrattario al prossimo, perché la sopravvivenza esprimo comandamento. Il clima e l´ambente desertico hanno formato il pensiero islamico. Mentre per il cristiano e l´ebreo la morte e´un evento naturale di “confine” supremo ove la volontà del singolo non può andare oltre (Dovere per il “dovere”), per l´islamico, che e´sempre “singolo”, e´una liberazione e l´entrata in un paradiso voluta ed accettata a priori come volontà di Dio (Fatalismo). Il pensiero arabo (Scienze) e´retrocesso di fatto dall´avvento dell´islamizzazione!

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