Identità.com

La demagogia di Palazzo ha trionfato ancora, e se non fosse dipeso dalle sciagure di Lampedusa e dal solito ed immancabile sciacallaggio mediatico, proprio le ultime ore rivangherebbero una volta di più come le scempiaggini di una classe dirigenziale inetta abbiano inciso pesantemente su una massa tanto vulnerabile quanto distratta. Inutile ricordare che additare un unico soggetto a responsabile d’eccezione sia l’errore più grande che si possa commettere: la colpa è dell’intero sistema; quella di Berlusconi è stata soltanto una mossa strategica per evitare di ridicolizzarsi ulteriormente agli occhi del Paese. Mister B. è in pratica estromesso da qualsiasi gioco politico, vista la condanna penale e la decadenza da senatore diramata dalla Giunta: se avesse votato scongiurato un governo che, a conti fatti, sarebbe rimasto anche senza l’appoggio del suo gruppo, avrebbe rischiato l’ennesima figura da cioccolataio.

Capovolgimento di certo da stigmatizzare, considerando che secondo Brunetta nella riunione di qualche giorno prima l’intero schieramento si fosse convinto all’unanimità di non sostenere l’esecutivo, ma non più influente delle sghignazzate di Letta pochi istanti dopo lo spiazzante intervento dell’ex premier e della faccia tramortita di Alfano, che non ne vuole più sapere di incassare passivamente i colpi bassi del suo padre putativo, e forse è saturo per le continue bizze proprio di quest’ultimo, così come la maggior parte degli insoddisfatti del PdL. Pare inoltre che le lacrime (di repertorio) di Silvio non abbiano intenerito nemmeno gli infervorati Nitto Palma e D’Anna, visibilmente sgomentati dalle inattese uscite del loro padrone; tutto questo mentre fuori la disoccupazione, giovanile e non, registra l’inattività del 40% di italiani dalla maggiore età, mentre una famiglia su 10 è sotto la soglia di povertà, mentre la Borsa continua a crollare a picco.

Qualcuno li definirebbe “parassiti senza dignità” (cit. Franco Battiato, “E ti vengo a cercare”, 1988: locuzione d’un’attualità disarmante!); altri invece fantocci immondi, prezzolati da un giogo di potere troppo grande per loro. Sarebbe meglio una commistione di giudizio tra i due schieramenti: ovvio che, come molti attestano, confidare nel centrodestra sia sciocco, ma probabilmente non è da meno chi pensa che dalla parte opposta della barricata (nella politica nostrana degli ultimi 70 anni, il concetto di fazione è mai esistito?), e cioè nella scuderia circoscrizionale dei vari Bersani, Renzi ed Epifani, si ragioni in maniera divergente. Anche in questa decisiva circostanza, Berlusconi si è dimostrato per quello che realmente è: un istrionico caratterista d’avanspettacolo, che ha saputo, in 20 anni di attività diplomatica, televisiva ed imprenditoriale, manipolare l’opinione pubblica a livelli impensabili; ed è ancora più fuori luogo inveire prepotentemente contro un uomo che dalla propria verve ha concepito un’arma micidiale. Piuttosto, si considerino nefaste le tragicomiche dichiarazioni del dirimpettaio di corte Bondi e del finto filo-berlingueriano Zanda, alla stregua di tutti gli adepti, dissidenti e/o astenuti che siano, del Cavaliere.

La giornata di mercoledì è stata definita sinonimo “di svolta epocale, che verrà citata nei libri di storia tra qualche decennio“; in effetti le “lucide” menti, madri di queste esternazioni, non andrebbero biasimate: si è conclusa l’epopea di coloro i quali credevano che la “Politica”, in quanto “Arte del bene vivere sociale” nel senso squisitamente etimologico del termine, fosse ancora una disciplina nobile e virtuosa, soltanto dequalificata e contaminata dal 1946 da infime marionette vuote ed insulse. La fiducia è ormai cosa fatta, per cui l’obiettivo primordiale che ha spinto Enrico & C. a consultare il Parlamento è stato conquistato: adesso si riaffidi la sovranità al popolo con una legge elettorale che ridia legittimità, e poi tutti, in massa, A CASA!

A. A. D.