Il “codice etico” di Prandelli: se spacci, a lui “non interessa”

Il c.t. sulla la dichiarazione del pentito: “Non c’è altro da dire. È un argomento che non m’interessa per nulla. Quando Mario avrà voglia di parlarne a voi, verrà e dirà quello che pensa. Sono cose serie e poi si parla di scherzo”

Una dichiarazione disgustosa. Indegna.

Questa l’affermazione dell’eterodiretto Prandelli. Per lui, se mandi qualcuno a quel paese – Osvaldo – rimani a casa, sei politicamente scorretto sui gay – Cassano – rimani a casa, se invece abbandoni tua figlia, e vieni accusato di spaccio, “l’argomento non lo interessa”. E’ il codice etico che ben si sposa con la modernità. Del resto, Balotelli è lì non per le sue scarse doti tecniche, ma per ben precisi disegni e motivazioni propagandistiche. E’ intoccabile. Deve simboleggiare una sedicente “italia multietnica”. E Prandelli è lì per garantirne la presenza in Nazionale. Sua, e del suo scarso compagno di squadra.

Prandelli, uno che prende milioni di euro per fare sostanzialmente nulla, e che fa la morale un giorno si e l’altro pure su cosa è giusto e cosa non lo è.

E attenzione. Il fatto che il pentito dica o meno una stupidaggine non è decisivo, decisivo è che un iper-privilegiato pagato milioni se ne vada in “gita turistica” nel luogo dello spaccio, a posare insieme a capi e capetti della Camorra. Lo avesse fatto un altro, lo avrebbero già crocifisso.

Mai come oggi, è adatto a Prandelli il termine “sepolcro imbiancato”.

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