Oramai il giornalismo italiano è sempre più autorefenziale. A leggere giornali online e guardare tg – per non parlare dell’ossessionata La7 – pare che l’interesse primario degli Italiani in questo periodo siano: le “primarie” del sedicente centrosinistra.
Se tutto questo interesse fosse reale, e non soltanto mediatico, ovvero l’interesse di quella cerchia di individui che fa politica, scrive di politica e vivve – bene – di politica, allora ondate di “primarie-maniaci” si sarebbero abbattute agli improvvisati seggi. E’ accaduto? No.
Secondo i dati degli organizzatori, si sarebbero recati al pascolo alle urne 3.107.568 , ovvero oltre 400mila in meno delle primarie che investirono Walter “vuotopneumatico” Veltroni, quando votarono solo quelli del Pd senza alleati. E se contate che in mezzo ci sono doppi e tripli voti, immigrati raccattati dai vari capibastone, minorenni attratti dal lecca lecca la partecipazione è piuttosto deludente. Direi asfittica, come l’interesse reale che raccolgono queste primarie.
Mediaticamente invece, sembrerebbe che questo fosse l’argomento principe in tutte le case italiane. In settimana, il duo Bersani-Renzi sbarcherà addirittura in prima serata su Rai1, in un dibattito che si annuncia meno eccitante della Bindi.
E’ evidente che la percezione che l’apparato politico composto da politici e da tutto il mondo che gira intorno alla politica come businesse (giornalisti compresi) ha della realtà, è completamente distorta dalla loro esperienza quotidianza.
Le primarie sono propagandate come “democrazia”, ma sono nate negli Usa proprio per “addomesticare” la democrazia, creando un filtro tra elezioni generali (dove votano tutti) ed elezioni primarie (dove vota l’apparato e chi ruota intorno all’apparato).
Quando le elezioni sono generali, e quindi muovono le masse. E’ difficile fuorviare la democrazia attraverso i vari organi intermedi, ma quando votano 3milioni di individui, gli apparati che controllano pacchetti di voti come Sindacati, aziende comunali, enti locali e comunità di immigrati allora possono deviare la democrazia dal binario “una testa, un voto” divenendo determinanti nel muovere il consenso.
Quindi, fate tutte le primarie che volete, ma non lo definite un espressione di “democrazia”. Sono solo una sorta di concorso semi-pubblico nel quale si sceglie chi accederà ad un principesco stipendio. Non sarei sorpreso di vedere Briatore spuntare domenica e dire allo sconfitto: “sei fuori!”.
La democrazia è altro. Non è delegare a cinque inutilità il governo del proprio paese. E’ governare direttamente il proprio paese attraverso lo strumento dei referendum.
Noi siamo stufi di “delegare”. Vogliamo scegliere.
Basta Renzi o Bersani o Berlusconi. Ma Euro si o Euro no. Immigrazione si o immigrazione no. Fateci votare sulle scelte, non sulle poltrone che volete occupare. O sarà la rivolta.