Afghanistan: bomba contro blindato italiani, illesi
Ieri è morto uno dei militari italiani feriti nello scontro a fuoco. Altri tre sono rimasti feriti.
Ormai non manifesta più nessuno contro la guerra in Afghanistan. L’argomento è completamente uscito dall’attenzione mediatica.
Quelli che un tempo minacciavano tuoni e fulmini, sono spariti: i centri sociali sono impegnati negli assalti alle questure alla testa di immigrati nordafricani, gli indignati non si indignano più da quando Monti eccita le loro fantasia di sottomissione e, i pacifisti di ogni rango da quando un negro è alla Casa Bianca accettano qualsiasi guerra. Del resto li guida un “nobel per la pace”.
E intanto in Afghanistan, si muore. Per nulla.
Vite letteralmente buttate quelle dei nostri soldati.. Insieme a quelle dei soldati di altri paesi europei e di quelli americani.
Sacrificati agli interessi di lobbies e all’ideologia mondialista della “esportazione della democrazia”.
La guerra in Afghanistan aveva senso il 12 Settembre 2001. Undici anni dopo, non ne ha più. Se vogliono “normalizzare” l’Afghanistan, per renderlo “parte della Globalizzazione”, lo facciano da soli.
Come sempre, a noi non interessa imporre il nostro stile e modello di vita. A noi interessa che non ci venga imposta la presenza qui, a casa nostra, di chi non lo rispetta.
Invece la strategia dei mondialisti e dei loro servi “no-global”, è opposta. Imporre una “monocultura” mondiale all’esterno, e distruggere la nostra cultura all’interno.
Per questo i nostri soldati sono in Afghanistan, mentre a pattugliare il Canale di Sicilia abbiamo un codazzo di signorine. Per questo gli Usa tengono i loro soldati ovunque nel mondo, tranne al confine col Messico.
Globalizzazione significa distruggere e omologare. Attraverso la guerra all’esterno, e attraverso l’immigrazione all’interno.
Questi ragazzi non sono morti per onorare della Patria, ma per gli interessi dei paesi NATO e delle industrie belliche. Le chiamano missioni di pace, sta di fatto che quasi 60 soldati sono morti laggiù dal 2001 ad oggi, quindi che missioni di pace sarebbero?
La cosa che più fa arrabbiare, è che questi ragazzi non sono morti valorosamente sui campi di battaglia, ma in maniera vigliacca con attentati.
Li hanno portati lì per fargli occupare un territorio, e chiaramente gli abitanti locali s’incazzano e li toccano. Questa delle missioni all’estero, è un altro dei tanti sprechi di denaro pubblico compiuti dallo Stato italiano, che invece continua a tagliare su istruzione, sanità e servizi pubblici, dissanguando una Nazione.
Per quanto tempo si dovrà continuare così? Per quanto tempo ancora altri genitori dovranno piangere la morte di un loro figlio soldato? Per quanto tempo ancora dovrà continuare questo sperpero di denaro pubblico?