“Tabù Immigrazione e Xenofili” [nbnote ]http://compassrosebooks.blogspot.it/2009/10/edward-abbey-on-immigration.html[/nbnote]
A sud, dove mi capita di vivere, a soli 60 miglia a nord del continente africano, il tema degli stranieri clandestini è spinoso.
Anche la terminologia è pericolosa: clandestino e’ ormai considerato un insulto razzista da parte di tutti buoni antirazzisti, ed i termini corretti! come illegale e negro, possono scatenare accuse di xenofobia, elitismo, fascismo e quello sempre popolare di genocidio, contro chiunque abbia l’imprudenza di usarli. L’unico accettabile eufemismo è qualcosa come ‘lavoratori clandestini o migranti’. Così, la donna incinta africana che appare, dopo la traversata, alle porte del pronto soccorso di Agrigento o Siracusa chiedendo la cura per se stessa e il bambino che sta per nascere, diventa un “lavoratore senza documenti”. Il bambino automaticamente un cittadino italiano in virtù del suo luogo di nascita, e cosi’, tutta la famiglia potra’ beneficiare in una sola volta di tutti i vantaggi tipici del welfare pubblico. E con il bambino viene non solo la madre ma la famiglia del bambino. E la famiglia della madre. E quella del padre. Non può mica, una societa’ come la nostra, sede del Vaticano, dividere le famiglie, si può?
Vengono per rimanere e rimangono a moltiplicarsi.
E allora? dicono gli xenofili; la nostra è una nazione ricca e generosa, abbiamo spazio per tutti, fateli venire, poverini.
E farli restare, dicono i confindustriali, e’ un grande vantaggio; e lo e’ veramente, per loro. Una massa di ‘lavoratori’ a buon mercato, spaventati, docili: la forza lavoro in eccedenza è esattamente ciò di cui l’economia ha bisogno. Mette paura ai lavoratori autoctoni, aumenta la loro disciplina, stimola la loro produttività, scatena la competizione per i posti di lavoro. I grandi capitalisti amano la loro manodopera a basso costo, gli xenofili amano la loro causa a buon mercato. (Nessuno dei due gruppi, si noterà, invita mai gli immigrati a vivere nelle loro case. Non nelle loro case!) Entrambe le fazioni sono supportate dagli economisti della ‘cornucopia’, ovvero i sostenitori della continua espansione dell’economia i quali, in realtà, continuano a credere che la nostra risorsa di base non sia la terra, l’aria, l’acqua; ma i ‘corpi umani’, sempre più corpi umani, alveari su alveari in un mondo senza fine – ignorando il fatto evidente che, le nazioni che più avidamente praticano questa convinzione, come Haiti, Congo, Bangladesh, per citarne solo tre, non sembrano fare bene. Esse sembrano invece, in una serie sempre piu’ esplosiva di disastri: sono piú formicai che società umane.
E ciò che i nostri economisti e accademici non vedono e non riconoscono è dolorosamente evidente agli Africani che queste teorie praticano: infatti fuggono verso nord.
Nel frattempo, qui a casa, nella terra dell’ abbondanza senza fine, ci sembra ancora di essere in grado di risolvere i nostri problemi.
Pero’, scopriamo che, dopo decenni della crescita economica più fantastica nella storia dell’umanità, gli Stati occidentali sono oggi gravati da una disoccupazione di massa, povertà permanente, un sistema di welfare sovraccarico, crimini violenti, tribunali intasati, criminalità, città in decomposizione e un ambiente avvelenato, l’erosione dei terreni agricoli, l’attacco ai valori della famiglia e tutte le consuete forme di conflitto etnico razziale e sessuale (che si intensificano ulteriormente con l’immigrazione), più la continua distruzione di ciò che resta delle nostre foreste, campi, montagne, laghi, fiumi e mare, accompagnati dallo sterminio di tutte la specie di piante e animali. Per citare solo alcune delle nostre “piccole” difficoltà da risolvere.
Ciò premesso, per quelli come noi, la continua crescita industriale e della popolazione non è la vera strada per la felicità umana, questo semplice incremento quantitativo crea solo piu’ dolore, la dislocazione, la confusione e la miseria. In tal caso, ci chiediamo se, non potrebbe essere saggio per noi come cittadini italiani e delle nazioni occidentali, prendere in considerazione il totale blocco del massiccio flusso di milioni di individui affamati, ignoranti e culturalmente moralmente e geneticamente impoveriti. Almeno finché non abbiamo messo i nostri affari in ordine. Soprattutto quando questi milioni che sono, per usare gli eufemismi cosi cari ai buonisti, ‘non invitati’, portano con sé un modo di vita aliena che – siamo onesti su questo – non è attraente per la maggioranza degli Italiani. Perché no? Perché preferiamo un governo democratico, per dirne una, perché abbiamo ancora la speranza di una vita migliore, un ambiente non sovraffollato per noi e i nostri figli, un paesaggio familiare e bello – sì, bello- anche questo e’ un nostro diritto e un nostro dovere. L’alternativa: una sequenza di squallore, crudeltà e corruzione di tipo africano è evidente agli occhi di tutti.
Se gli Indiani d’America avessero applicato una politica di questo genere, oggi sarebbero ancora i padroni del proprio destino. Ma gli indiani erano stolti e divisi, e non sono riusciti a mantenere i nostri antenati europei fuori dalla loro terra. Non malediranno mai abbastanza, questa loro incapacità e mancanza di ‘visione’.
Per ogni cosa c’è una stagione, ad ogni onda un limite: l’Italia questo limite l’ha giá raggiunto, se non superato, per almeno un secolo. Non abbiamo nulla da guadagnare e tutto da perdere, consentendo agli immigrati di sommergerci. Quanti di noi, sinceramente, preferirebbero essere sommersi in una versione ‘africana’ della civiltà? (Sento gia’ urla di “razzismo xenofobia fascismo” dai Riccardi e dai Lerner).
Parole dure:ma qualcuno deve pur dire la verità agli addormentati.
Non possiamo giocare a “facciamo finta che” , non molto più a lungo, nel mondo attuale.
Pertanto, dobbiamo chiudere i nostri confini nazionali a qualsiasi ulteriore immigrazione di massa, legale o illegale, da qualsiasi fonte, così come ogni altra nazione sulla terra. I mezzi sono disponibili, si tratta di un semplice problema tecnico-militare. Anche il nostro sistema politico dovrebbe essere in grado di gestirlo. Abbiamo dei militari da qualche parte su questo pianeta, riportiamoli a casa, questi soldati, cosicché possano essere di qualche beneficio effettivo e immediato per i contribuenti che li sostengono. Fatto questo, possiamo cominciare a concentrare l’attenzione sui trascurati affari interni. I nostri affari interni. Tutti trarrebbero beneficio, compresi i vicini di casa. Soprattutto i vicini.
Ah sì. Ma che dire di quelle centinaia di milioni di affamati, quei miliardi ansiosi di partire verso l’Italia da ogni angolo buio e disperato del mondo? Vogliamo semplicemente ignorarli? Rifiutarli? E’ un tale atteggiamento, possibile?
“La povertà”, ha detto Samuel Johnson, “è il grande nemico della felicità umana. Distrugge certamente la libertà, rende alcune virtù impossibili, e tutte le virtù estremamente difficili da seguire”.
Parole attuali, Sam.
La povertà, l’ingiustizia, la sovrappopolazione, la sofferenza, l’oppressione, lo squallore, la tortura, il terrore, il massacro: questi antichi mali si riproducono gli uni sugli altri in simbiosi sinergica. Per rompere i cicli del dolore, almeno due nuove forze sono richieste: equità sociale – e il controllo delle nascite.
Stop alla crescita della popolazione. I nostri vicini Africani stanno brancolando verso questa scoperta. Se vogliamo veramente aiutarli dobbiamo smettere di intrometterci nei loro problemi interni e permettere loro di effettuare la rivoluzione sociale, politica e morale che è necessaria e inevitabile. Sempre che ne siano in grado.
Se non lo sono, sarà un loro problema. [nbnote ]Questo articolo e’ la rivisitazione ‘italiana’, di un pezzo dell’ambientalista radicale Edward Abbey. Quello che lascia stupefatti e’ la sua attualità, e come ben si confaccia alla situazione italiana di oggi. E’ bastato sostituire ‘messicani’ con ‘africani’, piu’ qualche ‘licenza poetica’ , perchè sembri scritto per l’Italia dell’anno 2012.[/nbnote]
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[…] Immigrazione e Xenofili” [1] A sud, dove mi capita di vivere, a soli 60 miglia a nord del continente africano, il tema degli […]
sempre detto io: blocco a tutte le ong (sicuramente i finanziamenti pubblici, e possibilmente anceh di operare con quelli privati), gestione statale di aiuti in cambio di atti concreti di controllo delle nascite, anche sterilizzazione volontaria in cambio di un contributo, perché no?
Io pagherei qualcosa a una donna africana se dopo un singolo figlio si autoimpedisse fisicamente di poterne procreare altri. Questa è la via soft allo “sgonfiamento” del problema africano.
La via hard è questa: immigrazione sempre più massiccia verso il nord, e sfruttamento intensivo con desertificazione integrale dell’africa, scomparsa di migliaia di specie, animali e vegetali. Collasso delle aree settentrionali del pianeta, impossibilità quindi di ulteriori arrivi perché la società del nord del mondo differirà ben poco da quella del sud, quindi tanto vale fermarsi, e la cina saprà bene come fermare gli invasori.
Poi il corollario di tremende carestie, epidemie, guerre, faide di ogni sorta, risultato: popolazione ridotta alla quantità naturalmente sopportabile dall’africa. Anzi, molto meno, perché nel frattempo saranno scomparsi animali e piante, la popolazione umana quindi sarà veramente residuale, non più di qualche milione in tutta l’africa, ma almeno in qualche migliaio di anni, la natura si potrà riprendere.
In Cina e in India ci sono complessivamente 2,5 miliardi di abitanti, in Africa sono 1 miliardo, e non solo, l’Africa ha una densità abitativa molto minore (33 ab./kmq) ai quei due paesi (137 e 349 ab./kmq) ed è tre volte più grande per estensione.
Ha senso parlare di sovrappopolazione? Credo proprio di no, l’Africa non è sovrappopolata, ma sottopopolata rispetto al territorio che ha, e da elementi a loro volta sottosviluppati mentali e culturali.
L’Europa è nettamente più affollata, eppure questi vengono ancora qui. Ma ha senso? Di solito le migrazioni (ce lo dice la storia con l’emigrazione europea verso le Americhe) avvengono da un posto popolato ad uno meno popolato: è pura contraddizione!
Quindi se l’Africa pur essendo relativamente poco popolata, è sottosviluppata economicamente, è principalmente dovuto ai fattori che ho menzionato, ovvero sottosviluppo mentale e culturale dei negri, i quali per questo motivo non vogliono o non riescono a creare sviluppo economico, non ne sono capaci, perchè hanno un intellettuo troppo basso rispetto agli europei, ai cinesi e agli indiani. Prova ne sia che, se sono politicamente decolonizzati, sono invece colonizzati dagli occidentali per le loro materie prime, come la gomma arabica per i pneumatici, i diamanti, etc.
E allora, come ha ben detto Gabriele, prima che la situazione esploda, si proceda con le sterilizzazioni di massa nei villaggi, dopo il secondo figlio, perchè è irresponsabile mettere al mondo una caterva di figli se non si vive in condizioni umane, materiali ed economiche dignitose. Ma questo purtroppo non si farà mai, perchè la Massoneria vuole che vengano per distruggere l’Europa, e il Vaticano che a sua volta ne è corrotto, per “ragioni religiose” è contro l’uso del preservativo.