(ANSA) – Si’ al riconoscimento delle lingue rom e sinti tra le minoranze linguistiche. Lo ha stabilito la commissione Esteri della Camera, in sede di ratifica della Carta europea delle lingue regionali. La norma e’ stata approvata, nonostante il parere contrario del governo elaborato dal ministero dell’Interno.
Il progetto eurocratico, supportato da utili idioti all’interno dei Parlamenti nazionali è, senza ombra di dubbio, lo scardinamento delle entità etno-culturali del continente.
L’idea che sta dietro ogni provvedimento del genere, anche quello che all’apparenza può apparire il più “innocuo”, è essenzialmente questa: le élites vogliono eleggere un “nuovo popolo” che sia loro grato e fedele. E quindi sia a-morfo, senza forma definita. Privo di legami con il territorio e comunitari.
Che risponda direttamente a “loro” e non più a pericolose logiche di “solidarietà orizzontale”. Via l’omogeneità, aprire alla “diversità” e così corrompere la società dal suo interno indebolendone i legami: sarà poi estremamente più semplice, imporre la visione “elitista” di un governo sovranazionale.
E’ la stessa strategia che, Gheddafi, ha portato avanti in Libia per “destrutturare” il sistema tribale e “creare” un popolo che dipendesse e fosse leale non più, ai membri della propria tribù, ma direttamente a lui. Era questo il tentativo che nascondeva “l’accoglienza forzosa di milioni di africani sub-sahariani”, ed è stata questa l’origine primaria della rivolta libica.
E’ quindi in questo contesto, che si inserisce anche questa ridicola “legge”. Presto, visto che ogni città ha il suo “bel” Campo Rom, gli Zingari saranno considerati “minoranza privilegiata” e ci saranno i cartelli bilingui, e l’insegnamento della lingua rom nelle nostre scuole.
Insegnate ai vostri figli come si dice “rubare” in lingua rom e sinti. Sarà sempre più utile se questo è il futoro che li aspetta.
Noi, invece, vogliamo imparare una sola frase, in lingua rom: quella è la porta.