La notizia, qualche giorno fa, di una fuga dei big di Wall Street dai paesi periferici dell’Unione Europea. E al tempo stesso la corsa a coprirsi con strumenti di natura derivata, come i cds (credit default swaps) prodotti assicurativi utili a tutelarsi dal rischio-Paese e dall’implosione della moneta unica. Ora arriva il dato della ritirata strategica di Goldman Sachs, che ha ridotto la propria posizione sul debito italiano del 92% nel secondo trimestre, dopo averla aumentata nei primi tre mesi.
LA NOTA – Lo comunica la banca in nota alla Sec, nella quale precisa che «l’esposizione di mercato» ai bond del governo italiano è scesa a 191 milioni di dollari alla fine di giugno dai 2,51 miliardi di dollari della fine dei marzo. Goldman aumenta invece la propria posizione sui derivati per assicurarsi da eventuali rischi di default per l’Italia.
Questa, la notizia che vi dicono. Ma e’ molto piú interessante quello che ‘non vi dicono’. Cosa e’ accaduto?
Be’, e’ accaduto che Goldman Sachs, come tutte le grandi banche speculatrici internazionali, si è trovata, allo scoppio della crisi, con una esposizione enorme verso il debito dei paesi europei. Nostro compreso. Quei titoli rischiavano di travolgere GS e compagnia, ma si sa, Goldman Sachs non “può perdere”, come non perde mai chi gioca barando. E così, trovatasi sull’orlo del baratro, non ha fatto altro che, prima piazzare, e poi attivare i suoi servi uomini.
Capita cosi’ che Mario Draghi, dal 2002 al 2005 vicepresidente e membro del management Committee Worldwide della Goldman Sachs, si trovi al posto giusto nel momento giusto. Il posto lo sapete, rabbino capo del culto dell’euro alla Bce, il momento, l’approvazione del piano LTRO con il quale circa un trilione di euro (1 seguito da dodici zeri) venne girato dalla Bce alle banche europee, soprattutto spagnole e italiane, perchè queste si comprassero i titoli del debito pubblico dei loro paesi. La motivazione ufficiale era che questo, avrebbe dato respiro ai tassi di interesse, ma questo e’ stato solo un effetto ‘collaterale’, oltreché momentaneo, l’obiettivo principale era invece, permettere a GS e company di ‘ritirarsi in buon ordine’, scaricando i propri titoli a rischio, nella pancia delle nostre banche. E così e’ accaduto.
Ma come ben sappiamo, GS ha un altro servo fedele in Europa, Mario Monti, dal 2005 al 2011 international advisor per Goldman Sachs e precisamente membro del Research Advisory Council del Goldman Sachs Global Market Institute. E cosa fa il loro premier nominato, non appena GS riesce a scaricare i titoli a rischio e viene in possesso di una discreta somma di denaro? Mette in vendita i gioielli culturali, storici e ambientali italiani.
Per ‘ripianare il debito’, dicono i media di disinformazione di massa. Per arricchire i suoi padroni, diciamo noi.
L’Italia e’ una repubblica fondata su Goldman Sachs. E gestita dai suoi schiavi.
[…] e dall’implosione della moneta unica. Ora arriva il dato della ritirata strategica di Goldman Sachs, che ha ridotto la propria posizione sul debito italiano del 92% nel secondo trimestre, dopo averla […]